Qualcosa in più di una semplice competizione musicale!

Di diritto una menzione d’onore spetta subito al coro vincitore che quest’anno è risultato essere il Coro “Sv. Zlata Menglenska” da Skopje, Macedonia, ma al livello tecnico eccellente che ha contrassegnato tutto il concorso, così come ai volti dei coristi ed ai costumi curati ed assolutamente fantastici come sfondo coreografico, mi piace scoprire qualche altro elemento che ha reso queste giornate particolarmente ricche ed interessanti. Ho partecipato per il secondo anno consecutivo a questa seconda edizione del Concorso e come tanti altri volontari presenti in qualità di assistenti, presentatori, traduttori, tecnici, ho avuto la possibilità di vivere dietro le quinte questa grande esperienza non solo come evento esclusivamente musicale, ma anche e soprattutto come manifestazione sociale e culturale. Si, il cantare insieme è certamente nel nostro e soprattutto in altri paesi, come ad esempio quelli dell’Est Europeo, un grande fenomeno di aggregazione culturale e sociale per coristi di ogni età. Le corali italiane sono spessissimo frutto di aggregazioni fondate su motivazioni religiose, come nei numerosi cori parrocchiali, o da passioni folkloristiche, come nei tanti cori che propongono i canti della ricca tradizione popolare regionale. In ogni caso il corista ha sempre un impegno amatoriale ed una preparazione musicale approssimativa. L’elemento che invece contraddistingue i coristi di molti dei cori ospitati in questi due anni è davvero una grande professionalità, una perfetta impostazione della voce, ed una eccellente preparazione musicale. Dove nascono queste differenze? Certamente il valore culturale che ogni stato dà ad un fenomeno musicale, come può essere ad esempio quello della coralità, genera poi dei risultati proporzionali. E proprio nella nostra bella Italia, paese ricco culturalmente per tradizione, in questo senso abbiamo visto cadere a picco l’interesse e l’attenzione per ogni forma di manifestazione artistica e culturale.

dPer contro, un bell’esempio di come in alcuni stati la musica in generale sia tutt’ora un grande valore aggiunto per la società ce lo ha dato il maestro Vytautas Miskinis, presidente della giuria, nonché presidente dell’Unione dei cori lituani. Nell’ambito del concorso ha tenuto uno stage riservato ai direttori di coro e tutti abbiamo avuto occasione di conoscere affascinati le notevoli differenze che esistono nell’approccio e nel sostegno concreto che uno stato certamente povero come la Lituania, dà al fenomeno della coralità. La coralità è una componente onnipresente nella società. I bambini iniziano le loro esperienze di canto nelle scuole elementari, e poi via via, a diversi livelli, la loro vita prosegue parallelamente alla loro esperienza corale. Il cantare nel coro è considerato da stato ed insegnanti un fenomeno aggregativo importantissimo sicuramente più da un punto di vista sociale che religioso, ma attorno alla coralità vengono gestite tante altre attività che mantengono vivo l’interesse ed il coinvolgimento dei ragazzi nel coro, come campi scuola, concerti nei diversi paesi europei, attività sportive, ecc. Dai filmati e dai racconti del maestro Miskinis, ho avuto davvero l’impressione che i coristi fossero parte di una grande famiglia in cui non si mettevano solo in comune le ore dedicate a prove e concerti, ma anche allo studio scolastico, alle partite di pallavolo, alle vacanze estive, e tanto altro. Il coro direi quasi più come fenomeno di aggregazione che di esperienza musicale. E tutti questi momenti vissuti insieme dai coristi mi hanno riportato inevitabilmente col pensiero allo standard del nostro giovane adolescente italiano chiuso nella sua cameretta a chattare o inviare sms come forme ormai quasi esclusive di comunicazione e socializzazione.

Tanti bambini scoprono piccolissimi a scuola il coro, crescono nel coro fino ad arrivare a quelle splendide formazioni universitarie che vediamo qui a Rimini al Concorso Internazionale! Ovvio che tanta cura per tanti anni, tanta passione, tante ore condivise insieme, con la direzione di validissimi musicisti possano portare poi i frutti che abbiamo sentito risuonare nel teatro Novelli di Rimini. E come può lo Stato farsi carico di tutto questo? Esiste addirittura una legge nazionale in alcuni paesi dell’Est che obbliga il governo a sponsorizzare determinati eventi musicali di grande importanza e lo Stato se ne fa carico volentieri perché ritiene che grazie al fenomeno della coralità tanti giovani vengano sottratti alla strada ed alla delinquenza. Un investimento quindi non solo con finalità culturali, ma anche sociali. Come dire, meglio prevenire che curare … Vorrei concludere quindi con un invito alle nostre amministrazioni locali a guardare questi eventi con maggiore fiducia e generosità, in un’ottica non solo vincolata esclusivamente ad un’analisi costi-benefici di natura economica, ma anche e soprattutto di natura sociale e culturale, beni questi che costituiscono davvero il patrimonio più importante ed invidiato di uno stato e di una società. Un altro invito lo rivolgo ad Andrea Angelini, l’organizzatore del Concorso Internazionale, di continuare con orgoglio e rinnovato impegno questo percorso, per poter avere anche nei prossimi anni splendide e costruttive occasioni di confronto musicale, culturale e sociale.da L’appuntamento e l’invito a tutti alla prossima edizione 2009 del Concorso che si svolgerà sempre a Rimini dal 9 all’11 ottobre! Info a www.riminichoral.it