Buono da sapere!

Ho un amico, che canta. Su suo invito, mi è capitato di assistere alle prove del suo Coro. Prima della prova dei brani in repertorio, il maestro dirige i coristi in una vera e propria “ginnastica” per le corde vocali. Tale prassi previene, di certo, eventuali inconvenienti a carico delle corde vocali stesse. Con questo mio amico in alcune circostanze ci siamo intrattenuti in merito ad aspetti correlati all’attività del canto. Egli lamentava, talvolta, nel corso di un concerto, di non avere dato il meglio di sé, accusando fastidio “fisico” nel cantare. Approfondita la questione dal mio punto di vista, quello di persona con una certa familiarità professionale con le problematiche dell’alimentazione, ho rilevato in questo corista alcune abitudini alimentari non corrette per chi si appresta ha sostenere un impegno di canto. Questi i suggerimenti che potrebbero interessare anche a tutti coloro che frequentano un’attività corale. In primo luogo, mantenere le corde vocali sempre idratate, non solo bevendo molta acqua durante le 24 ore, ma anche assumendo frutta e verdura. Tale precauzione tende a favorisce e mantenere l’elasticità delle corde vocali. In secondo luogo, nelle tre ore antecedenti il concerto, conviene evitare di assumere un pasto copioso. Sempre è poi da evitare l’assunzione di sostanze come caffè, bibite ricche in caffeina, alcolici e sostanze irritanti come, ad esempio, peperoncino e salse piccanti. Altre regole: non fumare; quando possibile far riposare la voce; mantenere una giusta umidità ambientale. Chi fa uso impegnativo della voce rischia nell’incappare in un disturbo che costringe l’interessato a rinunciare per qualche giorno non solo a cantare, ma pure a parlare. Mi riferisco alla “raucedine”, variazione del timbro vocale, non volutamente provocata, tale da
rendere il suono emesso nel parlare più stridulo e acuto (raucedine “aspra”), oppure roco (raucedine “secca”). La voce risulta diversa dal solito, fino ad arrivare quasi all’afonia temporanea (incapacità totale di emettere suoni). Per riprendersi da questo caratteristico abbassamento di voce una cura naturale è quella di far ricorso a preparazioni a base di Sisymbrium officinale, pianta conosciuta col nome di “Erisimo” e di “erba dei cantanti”. Si tratta di una pianta officinale, di cui si utilizzano in erboristeria le infiorescenze e le foglie. Questa pianta si è rivelata particolarmente efficace proprio nel risolvere problemi di gola come afonia e raucedine. L’Erisimo è comune nei terreni incolti e vicino ai centri abitati in tutta Europa. Il nome Erisimo deriva dal greco “Euro” (io salvo) e “Oimos” (il canto), mentre il nome botanico Sisymbrium sarebbe una dedica a “Sisymbria”, attrice dell’antica Grecia. Per il suo contenuto in composti solforati, all’Erisimo si ascrivono proprietà soprattutto antinfiammatorie, emollienti e antispastiche per le vie respiratorie. Tale indicazione appare coerente con i principi della stessa medicina classica, che consiglia cure termali solforose per alleviare e risolvere i disturbi alle vie respiratorie. Dal punto di vista pratico, il mio amico ha trovato giovamento per risolvere le sue ricorrenti raucedini assumendo un infuso di Erisimo, preparato con 4 grammi della porzione aerea della pianta in 100 ml di acqua: addolcire molto, eventualmente con miele e assumere una tazza, a cucchiai, nelle 24 ore. Attenzione: quando l’abbassamento di voce è associato a raffreddore, tosse, laringite e faringite per la cura occorre rivolgersi comunque al proprio medico di fiducia.

Pierfranco Pucci