“Cari Amici, il secolo scorso, soprattutto nella sua prima metà, è stato caratterizzato da vicende storicopolitiche che sono state sottolineate in maniera significativa da canti che hanno motivato e spinto all’azione intere generazioni di italiani. La spinta al colonialismo del giovane regno d’Italia, le due guerre mondiali, il regime fascista, la resistenza, il primo ed il secondo dopoguerra hanno visto nascere canzoniasfalt che sono diventate simboli indiscussi di precisi momenti storici.” Con questa premessa abbiamo presentato alla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, nell’ambito del bando per delle manifestazioni collaterali alla mostra “NOVECENTO”, il progetto intitolato “CANTI DEL NOVECENTO”. Un progetto coraggioso che prevedeva per il nostro coro un impegno importante: un concerto di ben 16 brani con 12 canti nuovi, non in repertorio, da preparare adeguatamente. Mesi di studio, difficoltà superate con grande disponibilità da parte dei coristi del coro adulti e del coro voci bianche (che partecipava al concerto con 3 canzoni). Tanta collaborazione offerta dai solisti e dalla pianista Annamaria Cortini. La determinante direzione e coordinazione di tutta l’operazione messa in atto dal maestro Nella Servadei Cioja hanno portato ad un risultato straordinario: la sera del 31 maggio scorso il concerto era pronto. Il Salone delle Feste, messo a disposizione dal Circolo della Scranna, era colmo di un pubblico attento e partecipe. Il concerto voleva essere, ed è stata, una carrellata storica che, attraverso i canti, ha descritto l’Italia prevalentemente contadina dell’inizio del XX° secolo per poi sottolineare i grandi lavori pubblici del primo decennio, il futurismo, l’interventismo, i canti della Grande Guerra, la vittoria, la satira al regime fascista, i canti della Resistenza, la rinascita del dopoguerra, la riunificazione di Trieste all’Italia, per concludere con “Romagna mia” il canto simbolo della nuova Romagna del liscio e del turismo. Straordinariamente efficace la cornice creata attorno ai canti dalle descrizioni fatte dal dott. Mario Proli che, sostenuto da immagini appropriate, ha fatto rivivere la Forlì di quell’epoca illustrandone l’evoluzione da inizio secolo fino, appunto, agli anni ’50. Da sottolineare: la prima esecuzione assoluta del brano “Seduzione” di Francesco Balilla Pratella presentato dalla bella voce del soprano Sonia Ricciardi (accompagnata dal coro a 6 voci miste e dal pianoforte) che ha cantato anche “Inno a Roma” (con coro e pianoforte). Un < bravo! > ai coristi Marta Armagno (soprano) per la spigliata e corretta interpretazione di “A Tripoli” e a Giovanni Cagnani (tenore) che ha cantato perfettamente “La campana di S.Giusto”. Gradevolissima l’interpretazione del coro voci bianche a cui era stata affidata l’esecuzione delle canzoni dedicate alla satira: “Bombolo” come satira al culto del corpo, “Il tamburo della banda d’Affori” come satira al regime e “Papaveri e papere” come satira al potere. Applausi, richieste di bis, soddisfazione da parte di tutti, esecutori e pubblico, per un concerto che meriterebbe di essere riproposto.

a cura di Coro Città di Forlì