Documento parziale ma fedele, “echi di maggio” segna semplicemente il cammino dei primi anni di vita del gruppo corale Cantori delle Pievi di Neviano degli Arduini (Pr). La consapevolezza della nostra riccaechi maggio tradizione canora popolare, la passione per l’armonia e la curiosità di sperimentare attraverso il canto polifonico nuove tavolozze timbriche e nuovi panorami musicali, ci hanno vorticosamente spinti verso questa tappa. Nei nostri desideri questa dovrà completarsi con le analoghe raccolte di brani del repertorio natalizio e della polifonia, sacra e profana. L’incipit del nostro percorso corale avvenne dunque proprio con quella “semplicità con cui si apprende a respirare” che descrive Debussy, come naturale evolversi del bisogno di comunicare emozioni. Ricordo ancora quando, circa sei anni fa, con il piccolo gruppo che animava la Liturgia domenicale, iniziavamo a incuriosirci ai madrigali e alle villanelle a 3 voci di Luca Marenzio, suggeriti a fine prova da mio babbo Mario, ed iniziavamo ad appassionarci per quei suoni così ben congegnati, le intenzioni armoniche così interessanti, per quei testi un poco “difficili” che a volte incutevano timore e non potevano essere affrontati con distacco e superficialità. Da quelle prime composizioni polifoniche allo studio dei canti del M° De Marzi, del M° Monica e in seguito del repertorio del coro della SAT, il passo fu breve e l’impegno, sino ad allora del tutto incerto, divenne consapevolezza, tanto che quel gruppetto di “Cantori” che animava le Messe, si strutturò in Associazione Culturale. Da allora, la nostra attività è stata sempre caratterizzata dall’intento di conciliare l’esperienza del canto popolare o di ispirazione popolare con la pratica della polifonia, antica e contemporanea, sacra e profana. Una sfida che ci ha sempre attratto profondamente, frutto dell’incrociarsi senza mai scontrarsi, di due ambiti musicali lontani temporalmente – ma forse nemmeno tanto disgiunti! – che hanno inevitabilmente fatto breccia anche nella nostra sensibilità moderna. Potremmo esser rimproverati di trasgredire quel rigore filologico di cui necessita la polifonia antica, ma io credo profondamente nel valore espressivo che può scaturire dalla contaminazione dei diversi linguaggi. Ritengo infatti che essa sia una splendida metafora della nostra mutevole e variegata realtà presente e, in campo musicale, sia esperienza che arricchisce e valorizza l’interpretazione, origine e fine ultimo di ogni approccio musicale. Così si rinnova quella magia che rende tanto veri quei testi e così palpabili quelle frasi musicali.. a sapersi ascoltare pare forse di conoscerla, a fine canto, la “Manuela”, quella povera ragazza che dal dolore si dispera intensamente, a tal punto di ritrovarsi poi addormentata. Possiamo riconoscere in quel turbinio di esclamazioni la scoppiettante “Marietta”, fanciulla solare ed energica che richiama tutti alla sua danza! Diversi brani scelti per questa raccolta trovano le loro origini in ambiti vocali a noi distanti: alcuni di essi, infatti, sono stati concepiti originariamente per coro a voci maschili. Tuttavia ci siamo accorti che l’impianto armonico e la duttilità del fraseggio melodico si esaltano nell’interpretazione del coro a voci miste, nel pieno rispetto delle scelte armonico-melodiche volute dall’autore. Una provocazione? Non credo, quanto invece un’ umile proposta, nonchè input per nuove ricerche e futuri miglioramenti. Forse anche una promessa rivolta ai Cantori: quella di proseguire al meglio e ritrovarci a registrare i prossimi CD, con il medesimo spirito!