Questo volume è frutto di un’avventura trentennale condivisa nel segno del canto gregoriano. I Cantori Gregoriani nascono nel 1985 a Milano nelle aule del Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra per iniziativa del loro direttore Fulvio Rampi, allora docente di semiologia gregoriana presso il medesimo istituto dopo aver attinto come allievo all’autorità di Luigi Agustoni. La comune esperienza didattica maturata ‘alla scuola del canto gregoriano’ ha rappresentato il vero punto di partenza in vista di un progetto corale ambizioso e articolato. Il gruppo, interamente formato da laici, ha sempre avuto la consapevolezza di non incarnare l’ideale di un coro monastico che canta la liturgia come regola di vita. Tale limite strutturale, tuttavia, è divenuto col tempo e in modo sempre più chiaro la vera cifra identitaria dell’ensemble, in un contesto culturale ed ecclesiale che necessita di profonde motivazioni per una riscoperta del canto proprio della Chiesa Cattolica nonché patrimonio fondativo della musica occidentale. Il lavoro dei Cantori è divenuto sempre di più un interrogare gli antichi neumi, le forme, il repertorio: non per voler ritrovare antiche sonorità perdute per sempre, quanto piuttosto per cercare di assumere l’atteggiamento che il gregoriano suggerisce come risposta conveniente e come riconsegna sonora della Parola. La forza straripante dell’antica monodia liturgica ha spronato i Cantori allo studio sistematico e, attraverso di esso, alla preparazione e alla realizzazione di innumerevoli proposte concertistiche e discografiche degne di stare nel panorama musicale internazionale. All’attività artistica, costantemente affiancata dall’aggiornamento della disciplina semiologica, si è aggiunta col tempo l’attività didattica, anch’essa sostenuta dalle medesime intenzioni e concretizzatasi nella promozione autogestita di corsi, accademie, seminarigregoriano e conferenze. L’attività del gruppo si è da sempre configurata anche come rapporto con i luoghi e la loro storia, con le pietre e i mattoni di edifici nati per il culto e che talvolta fanno risuonare le melodie con un accento, un colore proprio e unico. Cantando il gregoriano in particolare nelle calme e accoglienti proporzioni di grandi o piccole architetture romaniche, si svela a poco a poco un mondo mirabile a misura umana e celeste, in cui la melodia, l’architettura e le forme sembrano prender vita dalla stessa sorgente. A ciò si aggiunge il fondamentale rapporto col pubblico, al quale è offerta la possibilità di contatto con una tradizione capace di parlare al cuore dell’uomo contemporaneo che si ponga in relazione con l’esperienza da cui il canto scaturisce; in molte circostanze il canto gregoriano è stato motivo di incontro con comunità ecclesiali radunate per la celebrazione liturgica, evento al quale il gregoriano è primariamente destinato. La storia dei Cantori Gregoriani è anche una storia di incontri e collaborazioni: musicisti, cantanti, gruppi vocali e strumentali, biblisti, teologi,ww attori hanno condiviso progetti artistici e svariate iniziative mirate alla promozione del patrimonio gregoriano. Non poteva mancare, a sigillo di un multiforme progetto culturale, il filone editoriale, iniziato nel 1993 con la pubblicazione della rivista specialistica «Note gregoriane» e culminato con la produzione del presente volume, anch’esso realizzato nel segno della collaborazione con illustri studiosi del mondo accademico e monastico. Gli studi monografici – ciascuno a firma di un diverso autore – che compongono il presente volume, sono suddivisi per capitoli, a loro volta disposti in forma di manuale, con il dichiarato scopo di favorire un approccio sistematico al canto gregoriano attraverso l’offerta di un nuovo e aggiornato strumento didattico. Il lettore – studente di Conservatorio, direttore di coro, cantore, operatore liturgico-musicale o altro – è condotto per mano e guidato alla scoperta di un vero tesoro: storia, liturgia ed estetica – quest’ultima considerata alla luce delle sedimentate acquisizioni, degli studi più recenti e delle nuove prospettive\ della semiologia gregoriana – si integrano vicendevolmente in un percorso tracciato a più mani e che affronta spesso temi comuni, ma da punti d’osservazione differenti. Così, ad esempio, la decisiva vicenda storica, iniziata a metà del XIX secolo, che va sotto il nome di restaurazione gregoriana e che ha visto protagoniste le gigantesche figure dei monaci benedettini di Solesmes, non si esaurisce in una trattazione storica, ma investe necessariamente e da vicino tanto la questione melodica quanto la questione ritmico-estetica, ampiamente considerate nei rispettivi capitoli. Dopo i significativi contributi sul repertorio ‘parallelo’ dei tropari, sul repertorio dell’Ufficio Divino e su alcuni aspetti della vocalità in relazione alle concrete esigenze della prassi esecutiva di questo repertorio, il volume è completato da un prezioso e originale itinerario bibliografico che porta a sintesi il percorso storico-notazionale attraverso la dettagliata descrizione dei libri di canto gregoriano pubblicati lungo i secoli, a partire dalle prime edizioni a stampa.

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