INTERVISTA AL M° JOSEP SOLE’ COLL

Diamo il benvenuto al maestro Josep Solé Coll, Primo organista della Basilica papale di San Pietro in Vaticano.

Maestro, è la prima volta per lei sulle pagine di FarCoro e siamo onorati che abbia accettato il nostro invito. Ci aiuta a capire di cosa si occupa, più nel dettaglio, presso la Basilica di San Pietro e la Cappella Musicale Pontificia ‘Sistina’?

Innanzitutto grazie a voi per avermi invitato, è sempre un piacere per me parlare del mio Ministero nella Chiesa, tenendo conto che quest’anno sto festeggiando il trentesimo anniversario di servizio liturgico come organista.

Il mio servizio liturgico si svolge in due delle tre istituzioni musicali che operano nella basilica di San Pietro in Vaticano: nella Cappella Musicale ‘Giulia’ e nella Cappella Musicale Pontificia ‘Sistina’.

Nella Cappella Musicale ‘Giulia’, il coro che accompagna le cerimonie celebrate dal Capitolo Vaticano, non presiedute dal Papa, sono il Primo Organista: accompagno le Lodi, la Messa ed i Vespri tutte le domeniche dell’anno e feste di precetto.

Nella Cappella Musicale Pontificia ‘Sistina’, dove il coro accompagna le cerimonie celebrate dal Santo Padre, sono il corripetitore: accompagno tutte le prove e le celebrazioni liturgiche dei bambini cantori della medesima Cappella a cui faccio anche lezioni di pianoforte.

Il fatto di esserci buoni rapporti tra le due Cappelle, tra i due maestri e tra gli organisti, fa sì che ogni tanto si possa anche collaborare per qualche celebrazione papale.

Cosa significa essere organisti liturgici? E cosa implica esserlo… oggi?

Essere organista liturgico oggi, come ieri, significa svolgere un vero ministero liturgico, con tutto ciò che esso significa. La musica sacra, come parte integrante della solenne liturgia, ne partecipa il fine generale, che è la gloria di Dio e la santificazione e edificazione dei fedeli. Oltre alle qualità artistiche e tecniche dell’organista (che dovrebbe avere qualsiasi musicista) bisognerebbe capire ed interiorizzare i due concetti che sono insite in nella definizione di ‘Musica Sacra’ enunciata da San Pio X nel 1903, ribadita nel n. 112 della Sacrosanctum Concilium (1962): La Musica Sacra è parte integrante della liturgia; la finalità di essa è la gloria di Dio e la santificazione dei fedeli. Sono concetti di spessore che vengono poi concretizzati nel tempo e nei diversi documenti della Chiesa ma sono i due pilastri che fanno la differenza tra un musicista e un musicista di Chiesa.

È possibile essere contemporaneamente organisti liturgici e concertisti?

Si. L’organista liturgico deve essere un musicista completo: deve avere le capacità per accompagnare una celebrazione liturgica e avere anche un repertorio di letteratura organistica non solo per suonarlo nei concerti ma soprattutto per suonarlo all’interno della Liturgia.

A titolo personale, sempre consiglio di non abusare dell’attività concertistica durante l’anno e lasciare poi le celebrazioni domenicali scoperte, giacché il primo compito dell’organista liturgico è la celebrazione liturgica. Se ci sono dei concerti, suggerisco di farli durante la settimana, durante l’estate o al limite durante le domeniche per annum.

Ci parli della sua più recente tournée internazionale…

È stata la mia prima tournée internazionale e l’ho vissuta con molta intensità ed emozione. Nella prima quindicina di settembre scorso, ho fatto quattro concerti negli Stati Uniti e uno in Canada: nel Seminario di Notre Dame di New Orleans (Louisiana – USA), nella Parrocchia di San Giovanni Fisher di Fairport (New York – USA), nella Cattedrale di San Patrizio di New York (New York – USA), nella Cattedrale di S. Maria Maddalena (Salt Lake City – USA) e nella Cattedrale di Notre-Dame di Québec (Québec – Canada).

È stata una tournée quasi ‘tematica’, perché il programma musicale era tutto mariano e tre dei concerti sono stati in tre giorni in cui ricorreva una festa mariana: La Natività, il Santo nome di Maria e l’Addolorata.

Viaggiare è molto bello, apre la mente, ed è una ricca esperienza non solo per l’opportunità di vedere posti bellissimi, suonare strumenti incredibili e conoscere persone meravigliose, ma anche per vedere cosa si fa di musicale e di liturgico nelle altre chiese.

Qual è stato il momento più emozionante nella sua carriera organistica?

Da sempre la Musica Sacra si è vissuta in casa mia: mio papà aveva un coretto dalle suore nella mia città natale. Ci cantava pure mamma. È stato lì che ho cominciato a suonare, a tredici anni, un piccolo armonium. Dopo i primi studi a Barcellona, venne Roma, Il Pontificio Istituto di Musica Sacra, Santa Maria Maggiore, la Sistina, fino ad arrivare al 21 aprile 2013 in cui suonai la mia prima messa con Papa Francesco.

È ancora possibile comporre musica organistica? Quali sono le prospettive?

Certamente! Tutti i documenti della Chiesa che parlano della Musica Sacra incoraggiano le composizioni di nuovi brani anche di musica per organo. Nelle celebrazioni liturgiche, da un punto di vista organistico, ci sono diversi momenti: per accompagnare, per improvvisare, per la letteratura organistica (in cui entrerebbero di diritto le nuove composizioni) … e anche per il silenzio.

In San Pietro, in una domenica qualsiasi, ci sono cinque momenti in cui si può suonare l’organo da solo: il preludio alle Lodi, il preludio alla Messa, l’offertorio della Messa, l’uscita dei fedeli e il preludio al Vespro. Io normalmente improvviso sull’inno delle Lodi, sull’introito della Messa e sull’inno del Vespro a mo’ di preludio. Per l’offertorio e l’uscita della messa scelgo dei brani dal repertorio. Parallelamente però, da quando sono stato nominato, ho chiesto a diversi maestri di comporre brani per l’offertorio: in questo momento ne ho due allo studio. Spero di poter suonarli al più presto!

Purtroppo queste cose, come tante altre, che dovrebbero essere la regola, sono solo iniziative personali, quindi, un’eccezione.

Ci consenta un pizzico di malizia… Organo elettronico o Organo a canne?

Vorrei rispondere citando ancora una volta la Sacrosanctum Concilium: Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti (SC 120).

È vero che le comunità più piccole e/o necessitate magari non si possono permettere una grande spesa per l’acquisto di un organo a canne, quindi solo in questo caso potrebbe essere giustificata la presenza di uno strumento elettronico. Ma non in San Pietro. Per analogia: Si conservi e si incrementi con grande cura il patrimonio della musica sacra. Si promuovano con impegno le ‘scholae cantorum’ in specie presso le chiese cattedrali (SC 114).

Un consiglio per i molti studenti di Organo dei Conservatori?

Essere organista liturgico è per me una vocazione quindi non tutti gli studenti di organo – usando termini ecclesiastici – ‘sono chiamati’ a diventare organisti liturgici. A chi studia organo, come qualsiasi altro strumento, consiglio in primo luogo passione e poi lavoro costante il che sbocca poi in musicalità e tecnica. Magari non in questo ordine ma mai l’una senza l’altra.

E un consiglio per i molti organisti liturgici diffusi nelle parrocchie?

Senza lasciare da parte la musicalità e la tecnica sopramenzionate, perché il fatto di essere organista liturgico non significa che si possa suonare senza, anche se si suona un modesto strumento elettronico o un piccolo armonium, consiglio fede e perseveranza che sono i ‘parenti’ di passione, di musicalità, di lavoro e di tecnica ma con uno sguardo più in alto, verso Dio e la Comunità.

Per salutarci: il suo sogno nel cassetto?

Suonare nella cattedrale di Notre Dame di Parigi.