Una figura come quella di Ugo è difficile tracciarla in poche righe tanto molteplici, infatti, erano le caratteristiche del suo carattere e della sua persona.

Innanzitutto l’orgoglio della sua umile provenienza della quale sarà sempre fiero: era nato, appena finita la guerra, nel quartiere ultra popolare del Cornocchio: Ugo sempre si vantava di essere un “Capanòn”.

Dopo aver cominciato a lavorare da giovanissimo, come era usuale allora, prima al Mercato Ortofrutticolo e poi alla TEP, aveva conseguito la licenza media di sera e, dopo un tentativo purtroppo non andato a buon fine, di iscriversi alle Belle Arti, aveva cominciato a coltivare una passione che aveva da sempre: l’archeologia. Faceva parte del gruppo archeologico “Quingenti” dove si dava da fare in ogni modo (una delle sue “specialità” era la pulizia delle monete antiche).

Dopo la pensione si era attivato anche in servizi di volontariato prima all’Emporio Alimentare poi alla Pubblica Assistenza dove svolgeva il compito di accompagnatore di disabili, anziani dializzati e quant’altro. Siccome però questo non bastava, faceva anche servizio per conto dell’Auser, sempre come autista, al centro sociale “Tulipano”.

Altra passione di Ugo era però la montagna, si era iscritto al Trekking dello CSI ma soprattutto era socio del Club Alpino Italiano. Grande camminatore Ugo aveva un cruccio che lo tormentava, specie in questi ultimi anni: “in montagna, nei rifugi, non si canta più” così diceva; a lui infatti non solo piaceva camminare ma anche passare dei bei momenti a cantare in compagnia.

Uno così non poteva che entrare nel Coro Mariotti e qui infatti venne nel gennaio del 2005 e da subito dimostrò la sua disponibilità a darsi da fare, a “dare una mano” in qualsiasi necessità. Dopo pochi anni, infatti, quando venne a mancare l’altro grande Segretario del coro Luigi Carra, unanimemente nel pensiero di tutto il Consiglio del coro il nome prescelto fu quello di Ugo e mai scelta fu così felice. Tanto felice che entro breve venne anche designato quale segretario dell’Associazione Cori Parmensi. Anche per l’ACP si dette sempre da fare collaborando con i vari presidenti che si susseguirono da Niccolò Paganini all’ultima Gabriella Corsaro, sempre attivo nei rapporti con la SIAE, che seguiva personalmente a quelli con il commercialista e tante altre mansioni sempre ricoperte con spirito di collaborazione e di generosità.

Anche nel coro Ugo era instancabile: quando c’era bisogno lui era lì; sempre il primo ad arrivare in sede per le prove e quindi a preparare la sala con le sedie e magari anche il piccolo bar che accoglie i coristi. Nelle uscite era sempre lui a svolgere tutte quelle piccole mansioni che all’apparenza possono sembrare insignificanti ma che costituiscono la base su cui lavorare.

Quest’anno il coro celebra il cinquantesimo di attività: quante volte nei mesi precedenti ci siamo trovati seduti ad un tavolino per un aperitivo a ragionare sulle iniziative. sulle cose da fare, sui nostri sogni per il futuro come dei ragazzini, incuranti dei nostri reciproci dati anagrafici.

Si caro Ugo era bello fare progetti, pensare di andare a cantare in un posto o nell’altro, era bello … poi è venuto un mostro infinitamente piccolo che ci ha cancellato tutto, un mostro che è riuscito a debellare la tua fibra robusta.

Non è retorica se ti diciamo che ci mancherai.

CIAO UGO!