Descrizione
PERCHÉ HO TRASCRITTO QUESTI CANTI?
Canti dell’Appennino Parmense: Credo semplicemente che con la musica ci si possa divertire molto, e nel mondo sconfinato che racchiude i vari generi corali, si possano “pescare” e imparare molte melodie legate alla nostra tradizione fatta di suoni e di dialetti, frutto di una cultura contadina povera ma molto ricca di contenuti espressivi.
In queste melodie, d’ispirazione popolare, si riscontrano caratteri di semplicità, immediatezza, spontaneità, ingenuità che contraddistinguono il genere.
Così come mi sono divertito tanto a scriverle, così desidererei che tanti bambini si divertissero a cantarle insieme in coro. Tutto qui.
PERCHÉ ANCHE NELLA SCUOLA?
Queste melodie dei Canti dell’Appennino Parmense, pensate per cori a voci bianche, possono anche essere utilizzate nella scuola primaria e secondaria di primo grado perché ben si adattano all’estensione limitata dei bambini, prima della fisiologica mutazione della voce.
Inoltre l’utilizzo “ad libitum” dello strumentario Orff ne potrebbe “colorare” e variare maggiormente il risultato timbrico complessivo.
L’utilizzo della eventuale base musicale (registrata su CD) ne facilita il lavoro di insegnamento, offrendo alla didattica il sostegno per dare completezza ai brani in mancanza di pianista.
Giacomo Monica
PERCHÉ GLI ACQUERELLI DEL PITTORE GIANFRANCO ASVERI?
Riflettono bene e con forza il mondo dei sogni; nei colori e nei segni degli acquerelli sono racchiusi gli entusiasmi, le illusioni e i desideri che diventeranno via via nel tempo, trasformandosi, vita concreta e fantasiosa nel cammino del bambino.
Sono tutte immagini impalpabili, che scorrono nella mente, che si vedono, che si leggono o si pensano a occhi chiusi ma non si lasciano toccare. Così come con l’aria nel cielo e il vento… che si sentono ma non si vedono… Chi riesce a prenderli?
Eppure si rincorrono… sono sogni che come aquiloni volano, ma volano molto più in alto a perdita d’occhio fino a scomparire nel grande “prato” del mistero.
In questo grande prato ideale, i colori, i segni e i suoni della fantasia parleranno a chi desidera mettersi in ascolto!
Provate a cercare… negli acquerelli di Gianfranco Asveri scoprirete segni e disegni che potrebbero essere stati fatti proprio dalle vostre mani, case quadrate con il tetto a punta, uomini come pupazzi di neve, palloni costruiti con tanti spicchi colorati, aquiloni, ruote nell’aria, fiori che crescono sulle nuvole, barchette, animali fantastici, visi al posto della luna, montagne al di sopra del cielo, il sole invisibile ma che illumina tutto di giallo abbagliante, cammelli che nuotano nel mare, macchine che volano nel cielo, chiese come minareti e così via…
Come ho già detto, tutte cose che potreste aver fatto benissimo anche voi, ma… prima bisogna pensarle!… Con queste idee Gianfranco Asveri ci “passa le giornate” e le traduce in vita, in segni, le colora, le carica di energia, e con arte si diverte e ce le regala.
Dobbiamo proprio dirgli grazie.
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