Come Ulisse, il maestro del coro ha un “multiforme ingegno” e affascina i suoi ragazzi viaggiando con loro verso mete sconosciute. Coro Lab è un viaggio nell’intreccio delle discipline necessarie a guidare un gruppo corale e a navigare sicuri oltre le colonne d’Ercole.

Come Antonio Stradivari, il maestro del coro costruisce il suo strumento. Coro Lab è una bottega di liuteria corale dove si approfondisce la conoscenza della voce, dell’intonazione, della fusione dei suoni e delle persone, anche grazie alla possibilità di lavorare con specifiche formazioni corali.


Come Pino Lancetti e Pellegrino Artusi, il maestro del coro è un abile sarto e un fantasioso cuoco. Coro Lab è un atelier dove si apprende come scegliere e cucire la musica su misura per il proprio coro, è una cucina dove si impara a elaborare il repertorio per servire prove e concerti davvero saporiti.


E se è vero che il maestro del coro è anche un piccolo mago, allora Coro Lab assomiglia a una scuola di magia. Ci vediamo tutti al binario nove e tre quarti!

Come si evince dal testo che a suo tempo presentò questo progetto APS di Feniarco, Coro Lab si è basato su una concezione artigianale del mestiere di direttore, rivolgendosi alle centinaia di musicisti e insegnanti che ogni settimana, talvolta ogni giorno, si dedicano alla crescita di cori di voci bianche e giovanili nelle scuole, nelle associazioni, sul territorio. Riconoscendo loro l’altissimo merito di educare al canto corale e alla musica generazioni di bambini e ragazzi, Feniarco ha concepito un progetto che potesse svolgere una doppia funzione: quella di aggiornamento e formazione ad ampio orizzonte, quella di creazione di una rete di confronto e scambio a livello nazionale.
Nelle quattro sedi del progetto (Roma, Salerno, San Vito al Tagliamento, Torino) hanno partecipato 161 direttori da 17 regioni d’Italia. Si sono alternati 28 docenti e 20 cori laboratorio. Il programma di ciascuna sede ha previsto 42 ore di lezione articolate in tre fine settimana. La maggior parte dei docenti ha insegnato in più di una sede, alcuni in tutte e quattro, e in ogni sede si sono alternati circa 12 docenti. Le materie proposte da Coro Lab sono state: direzione, vocalità infantile, vocalità giovanile, warm up, musical, repertorio multietnico, repertorio e gestione del coro di voci bianche, alfabetizzazione, arrangiamento, body percussion, choral pop, beat boxing, tecnologia, esperienze corali, coro dei direttori. Un centinaio di partecipanti ha partecipato ad un quarto incontro che si è svolto a Montecatini durante il Festival di Primavera. Tre quarti di questi direttori hanno scelto la settimana dedicata alla scuola primaria e secondaria inferiore, i rimanenti hanno seguito le scuole superiori. A entrambe i gruppi sono state offerte 15 ore di lezione e la possibilità di seguire il lavoro di 6 atelier e di incontrare complessivamente (nelle due settimane) 17 direttori e docenti.
E’ bene chiarire che con Coro Lab non ci si è certo proposto un approccio approfondito alle discipline in programma, né altresì una superficiale spolverata tuttologica. Si è voluto piuttosto dare l’occasione ai partecipanti di incontrare alcuni dei più validi musicisti nel panorama corale nazionale e ricevere da loro spunti e coordinate per verificare lo stato delle proprie competenze e conoscenze, svelare aspetti e ambiti meno frequentati o innovativi del nostro mestiere, instillare dubbi, suggerire soluzioni, provocare curiosità ed entusiasmo verso nuove possibilità e modalità del fare coro oggi. Il successo di Coro Lab, in termini numerici e di consenso riscosso per l’iniziativa sia da parte degli iscritti che dei docenti, conferma la bontà dei presupposti e degli obiettivi del progetto, nonché dei mezzi e degli strumenti messi a disposizione del suo svolgimento, e suscita alcune riflessioni che mi sembra utile condividere.
Il mondo corale è ricco di persone che vogliono mettersi in gioco, che sono desiderose di apprendere, migliorare, condividere, crescere insieme. C’è consapevolezza che questo percorso non è solo musicale e artistico, ma ha risvolti

 culturali ben più ampi e implicazioni sociali importantissime. Con il canto corale cresce una società che tutti ci auguriamo più aperta, giusta, solidale, coesa, umana. Per queste istanze la risposta non può essere solo “accademica”, nè serve l’eletto maestro che con il faro unico della sua arte polifonica illumina la via agli iniziati. Serve invece un’offerta formativa flessibile, rigorosa nella qualità ma attenta alla pluralità delle istanze, alla varietà degli stili e dei gusti musicali, che aiuti a intercettare il talento dei bambini e dei ragazzi, a moltiplicarlo e diffonderlo, a nutrirli di bellezza e di gioia di cantare, a fare leva su curiosità e interesse per ampliare il panorama sonoro e culturale delle nuove generazioni.coro lab feniarcoL’Italia è un mosaico di sfumature, di colori, di tradizioni locali e regionali, ma ha una cultura, un ricchezza musicale, una lingua, un sistema educativo che formano un patrimonio comune. Feniarco ha saputo dare questo respiro nazionale al progetto. Con la mobilità dei docenti e con la conclusione plenaria a Montecatini ha creato una rete estremamente importante, una piattaforma di condivisione e di confronto la cui rilevanza e utilità è stata confermata e ribadita dai partecipanti stessi, anche in recenti occasioni di incontro. I docenti stessi hanno affermato, più volte e con grande entusiasmo, quanto sia stato significativo e formativo per loro incontrare colleghi e discenti di regioni diverse, al punto che spesso si sono fermati ad assistere a lezioni altrui, seduti tra i partecipanti. Coro Lab ha quindi pienamente confermato l’importanza di un pensiero complessivo per la coralità italiana.
Nel ruolo di coro laboratorio hanno talvolta partecipato eccellenze del nostro panorama, ma molto spesso si è trattato di formazioni perfettamente nella media, simili a quelle che la maggior parte dei direttori e degli insegnanti si trova a gestire nel quotidiano. Questo fatto ha mostrato che ogni coro può aiutarci a imparare, che ogni coro può apprendere cose nuove se non ha timore di aprirsi a nuove avventure, che qualsiasi sia il livello di partenza al quale ci troviamo è sempre possibile e quindi è molto importante lavorare bene e creare le condizioni per poter fare buona musica.
Coro Lab lascia quindi un’eredità importante. Da questa esperienza, nei suoi aspetti più convincenti e nei suoi limiti, abbiamo tratto insegnamenti, ricevuto soprese positive, e soprattutto abbiamo ricavato molta energia e fiducia nella capacità di sviluppo e di contagio positivo della musica corale tra i bambini e i giovani, dentro e fuori dalla scuola. Grazie per avermi invitato a condividere questi spunti con i vostri lettori.