Carissimi Lettori,

quest’anno abbiamo voluto mettere in primo piano un tema quanto mai importante come il futuro nella coralità. Grazie alla “provocazione” di Pier Paolo Scattolin e alle numerose e autorevoli risposte pubblicate crediamo di aver cominciato a proporre possibili soluzioni alle problematiche presentate.

La nostra rivista vuole essere in prima linea nell’offrire stimoli positivi e buone prassi, articoli di formazione vocale e di tecnica direttoriale e, naturalmente, brani di repertorio. Siamo consapevoli e certi che non sia più possibile improvvisare o lasciare al caso, occorre formarsi e programmare. Il futuro non s’improvvisa. Qualcuno obietterà che non si può neanche controllare, certo, ma almeno si può fare in modo di avere gli strumenti necessari per affrontare determinati problemi. Non c’è da stupirsi se qualche corista dopo tanti anni decida di smettere per dedicarsi a qualche altra attività; mi preoccupa maggiormente, invece, che non ci siano ancora molti giovani desiderosi di impegnarsi in un coro. Infatti, credo che sia un po’ generalizzata la carenza di uomini nei nostri cori: sono sempre in meno a decidere di cantare in coro.

Questo settembre, nel mio coro, mi è capitato di rimanere, per una serie diversa di motivi, con soli tre tenori. Se sei un coro misto e non fai polifonia classica è un vero problema. È facile perdersi d’animo e pensare di mollare tutto. Ho avuto anche il pensiero di andare avanti con solo le donne. La fortuna, ma non solo, ha voluto che facessero richiesta di entrare sei nuove voci femminili. Con la disponibilità di alcuni contralti, dalla voce più profonda, ho deciso di spostarle nei tenori. In questo modo ho risolto il problema, per ora, ma sono consapevole che non può essere una soluzione definitiva. E’ necessario continuare a puntare sui cori scolastici, costituire o collaborare con compagini di voci bianche e giovanili. Questo è il futuro della coralità e del mio coro. Credo che sia fondamentale anche farsi conoscere maggiormente attraverso gli strumenti di comunicazione che la società di oggi ci fornisce, come un bel sito accattivante e sempre aggiornato e l’uso dei social. Un altro aspetto da non sottovalutare è il non restare chiusi nel proprio “orticello”, ma lavorare in rete e collaborare insieme con gli altri cori e con le associazioni di riferimento. Siamo fortunati perché tanti sono gli stimoli, anche da parte della nostra AERCO, che ci sono proposti; è necessario però crederci e partecipare.