Elaborazione di  Giorgio Vacchi

Con la pubblicazione di “Ninna nanna ferrarese” (elaborata da Giorgio Vacchi nel 1974) vogliamo ricordare un momento di grande fermento per la coralità emiliana. Il primo nucleo dell’associazione si formò nel 1971 attorno all’idea di ricerca sul campo promossa e praticata in prima persona da Giorgio Vacchi, primo presidente della neonata  AERCIP. Tra i cori che aderirono con entusiasmo fin da subito al progetto associativo divenuto poi AERCO c’era anche il Coro Valpadana di Casumaro (FE). Ed è proprio Walter Tassinari, allora maestro del gruppo, che risulta essere l’informatore di questa melodia tradizionale. L’elaborazione1 fu inizialmente scritta per coro a voci virili in tonalità di do maggiore ma la versione che qui presentiamo è l’adattamento per coro misto scritto da Vacchi per il coro Stelutis nel 2006 in vista dell’incisione del cd “Dormi!”2. Si tratta di un tipico esempio di ninna nanna emiliana nella quale si ritrovano alcuni dei tratti ricorrenti di tale tipo di canti:

– l’andamento lento e cullante in 6/8

– Il riferimento al padre lontano, al lavoro

– l’onomatopea delle campane

Il testo è in dialetto ferrarese e fa riferimento, fra l’altro,  agli strumenti di lavoro tipici dei muratori: la “conca” è il recipiente in legno usato per la calce.

Ricordiamo che nel mondo contadino, che è probabilmente l’ambito in cui il canto è nato, il suono delle campane simboleggiava il trascorrere del tempo ed era l’intercalare più frequente nelle ninne nanne. Si trattava di canti legati esclusivamente al mondo femminile e che, per la loro peculiare funzione, raramente uscivano dall’ambito domestico. Dal confronto tra vari esempi di ninne nanne emiliane si è capito che i contenuti di questi canti andavano spesso al di là delle consuete formule usate per addormentare i bambini. Non era infrequente che le madri le utilizzassero per lamentarsi e sfogare le proprie insoddisfazioni certe di non essere sentite se non dal neonato. Da questo punto di vista non è strano che alcune informatrici fossero restie a cantarle davanti a estranei come gli intervistatori. La melodia in questione è semplicissima: si muove quasi esclusivamente per grado congiunto in un ambito che non supera mai la quinta. Compare, affidata ad un solista, solo a batt. 16. L’elaborazione, infatti, presenta una lunga introduzione costruita sul frammento melodico del tema originale che, a chiusura delle strofe, imita i rintocchi delle campane. Viene presentato sopra un lungo pedale di dominante. Ai due solisti si aggiungono, dopo quattro battute, i vari settori creando un crescendo per accumulazione culminante con il fortissimo di batt. 16. Interrotto il pedale, inizia la parte centrale (batt. 17 – batt. 33) dell’elaborazione, costituita dall’accompagnamento al solista realizzato dalle varie sezioni del coro a bocca chiusa su accordi costruiti sui tempi forti. Dal pianissimo improvviso di batt. 16 si arriva, con un graduale crescendo, al punto apicale di questa sezione: lo troviamo in corrispondenza del punto più acuto della melodia all’indicazione “Forte” di batt. 24. Il tema delle campane viene ripreso e sviluppato su lunghi pedali nella parte finale (batt. 34 – batt. 48) con un andamento dinamico che arriva al culmine a batt. 43 per poi diminuire gradualmente fino al pianissimo finale con i rintocchi delle campane sempre più rarefatti.

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Silvia Vacchi

1. Pubblicata in Composizioni corali di ispirazione popolare Giorgio Vacchi, edizioni Zanibon 1979

2. Dormi! Ninne nanne eseguite dal Coro Stelutis, diretto da Giorgio e Silvia Vacchi, 2008