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Bene, eccoci giunti ad un altro coinvolgente numero di FARCORO. Vorrei davvero rimarcare come, all’interno ed al di fuori dell’AERCO, si sia formata una squadra di ottimi collaboratori che in modo “competente ma modesto” regala chicche del proprio sapere alla coralità emiliano romagnola.

Dico “competente” perché gli articoli che troverete su questo numero sono firmati niente meno che da eminenti esperti quali Marco Gemmani, Giacomo Monica, Walter Marzilli, Mauro Uberti ed altri; dico a pari luogo “modesto” perché questi musicisti hanno lavorato per la Rivista, e spero continuino a farlo in futuro, solamente ripagati dal nostro “grazie”. Mi piace mettere in risalto lo spirito di silente servizio verso l’associazionismo corale: non è cosa da poco al giorno d’oggi dove sembrano parzialmente dimenticati valori quali disponibilità, gratuità, solidarietà. Esorto calorosamente altri musicisti che credono di poter condividere la loro esperienza con i nostri lettori a contattarmi.

Qualcosa sul repertorio che troverete all’interno. E’ il momento di Marialusa Balza, stimata musicista

riminese, da alcuni anni approdata all’insegnamento presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, che ci ha trasmesso un’appassionante e vibrante composizione natalizia per solo coro femminile. Invito i cori a trarre beneficio di quest’opportunità di nuovo materiale, essendo, come si dice, “il tempo (per il Natale) ormai maturo!” Nello spirito della modernità e iper-tecnologia che contraddistingue da tempo l’AERCO, troverete sul nostro sito il file midi da scaricare per un più rapido apprendimento delle parti; i dettagli dell’indirizzo sono alla fine delle pagine dedicate alla composizione di Marialuisa.

La Rivista vuole poi diventare uno strumento ponte tra i diversi modi di intendere il canto corale; quante volte sono stato testimone delle solite diatribe ed accese discussioni sulla predominanza, o comunque sul particolare interesse, che un tipo di repertorio può avere sull’altro. Avete capito bene cosa intendo! Sembra che per tanti cori esista solamente la polifonia, per altri il solo canto popolare oppure quello lirico. E’ giusto che si creino categorie di interessi particolarmente significative ma sono altresì convinto che il saggio ed appassionato interprete di canto corale non possa esimersi dal conoscere, anche solo parzialmente, tutte le potenzialità che esso può esprimere. I contenuti degli articoli devono muoversi sempre più in questa direzione che non è comunque semplice: si tratta di scrivere qualcosa che possa suscitare la curiosità nella diversità ed al tempo stesso interesse nello specifico.

Questa è la mia personale e condivisa scommessa!