“Uno degli elementi che influisce senza dubbio sulla qualità del suono di un coro in concerto è la tecnica gestuale e la fisicità dei movimenti del direttore.”

gCon tali parole Abraham Kaplan, uno fra i più grandi direttori americani di coro, riassumeva un concetto “lapalissiano” nella pratica corale: il direttore dovrebbe apparire dall’esterno esattamente come egli pensa internamente il suono del coro in quel preciso momento. E’ risaputo che il comportamento fisico del direttore produce un effetto diretto sul modo di cantare ad un livello psicologico definibile “inconscio ed involontario”. Questo effetto non deriva solamente da quelle che possono essere le volute scelte direttoriali ma anche, e soprattutto, dalla posizione e dai movimenti.

Perché ho voluto introdurre questo discorso? Semplicemente per generare un elemento di discussione spesso sottovalutato, una componente difficile da controllare e correggere, molto spesso reputata, erroneamente, affine al proprio carattere. Mi è capitato di vedere bravi direttori con movimenti corporei talmente ampi adatti a dirigere il traffico nell’ora di punta e viceversa ne ho visti altri, altrettanto bravi, che pennellavano movimenti microscopici difficili da percepire; li univa però il fatto che, a prescindere dalle movenze corporee, riuscivano tutti a trasmettere al coro la loro idea. Non serve agitare le braccia a guisa di decollo per ottenere un fortissimo se in quel momento la tensione corporea e lo sguardo profondo non vanno a richiedere quel colore!

Paragonando l’attività che un direttore di coro compie per produrre il suono con quella di un qualsiasi altro musicista salta subito all’occhio una differenza macroscopica ovvero che il suono che il direttore ricava dal suo strumento (il coro) non è minimamente connesso con il contatto fisico tra lui e lo strumento e che la gestualità che esterna, e che lo rende così appariscente all’occhio dello spettatore, è un’attività che tutti gli altri musicisti compiono mentalmente (indicare il ritmo esecutivo e scegliere il giusto colore). Ecco allora la capacità di linguaggio del corpo che è elemento essenziale alla buona riuscita della musica! E che non è dipendente da ciò che si sta dirigendo (come accade magari per un pianista mentre suona…) ma che è veicolo informativo per interagire con coloro che sono deputati alla creazione sonora: i coristi. Purtroppo questo aspetto della capacità direttoriale è difficile da acquisire proprio perché fa parte di quel bagaglio musicale ed emozionale che è peculiare del vero artista. Sicuramente può migliorare con l’esperienza, lo studio e soprattutto con l’ascolto interiore del repertorio.

Non serve agitare le braccia a guisa di decollo per ottenere un fortissimo…