Il testo, di Giovanni Battista Guarini, è tolto da Baci soavi e cari, dal Libro I dei Madrigali a cinque voci di Claudio Monteverdi. Del distico “o dolcissime rose / in voi tutto ripose”, oltre alla metafora floreale, mi incuriosiva la pronuncia di “ripose”: la “o” è aperta, per fare rima con “ròse”, oppure chiusa (“ripóse”), come si usa al giorno d’oggi? L’idea musicale è un particolare “timbro” sonoro. La scelta di serrare le diverse voci in un registro molto ristretto mira a creare un “timbro nuovo”, in cui i singoli timbri si fondono l’uno con l’altro. Nella seconda parte del brano, da b. 21 in avanti, l’ambito si allarga progressivamente, pur continuando a rimanere piuttosto contenuto: la nota più grave del Basso e la nota più acuta del Soprano distano al massimo due ottave appena. Il suono è sempre esile, e va via via assottigliandosi fino all’unisono conclusivo. Il procedimento compositivo si basa su brevi frammenti discendenti: all’inizio due sole note, poi tre, quattro, per arrivare a cinque note alla fine della prima parte (bb. 17-21). I ritmi seguono semplici moduli additivi e sottrattivi: basti vedere la sequenza iniziale del Basso (bb. 1-4) che, conteggiata in crome, risulta 1+1, 2+2, 3+3; una pausa di croma separa ogni modulo. Il semitono Mi-Fa è il centro armonico di inizio brano. Con l’entrata delle diverse voci e l’introduzione di nuovi suoni, il centro armonico inizia a vagare. La seconda parte (da b. 21) trova una seconda polarità nel semitono La-Si bemolle. Intervengono nuove figurazioni, che oscillano attorno ai due centri armonici. Il ritmo progressivamente si anima, culminando a b. 37. Le bb. 39-40 sono una sorta di “finestra” su un brano antecedente per due voci femminili, che viene citato quasi letteralmente, e sono al contempo una parentesi utile a frammentare l’arcata formale prima della coda (ultime quattro battute). La scelta di aprire questa “finestra” è stata presa quando il brano era pressoché completo; tale scelta ha però suggerito la stesura della figurazione di Contralti Tenori e Bassi a b. 21. Questa figurazione serve a connettere la prima parte del brano alla seconda (come spesso accade, l’ordine degli eventi che ascoltiamo durante il brano non rispecchia necessariamente
la cronologia della composizione).

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