“Laboratorio musicale: il percorso vocale attraverso il repertorio”

1. Esperienza didattica: Colombia – Italia, che cos’è cambiato? Quando mi è stato proposto di partecipare a questo convegno ho pensato subito che era una occasione importante per condividere esperienze, riflessioni e idee riguardo ad un’attività musicale che svolgo da un bel po’ di tempo, sia in Italia sia in Colombia, il mio paese natale. La mia esperienza didattica nell’ambito della coralità infantile è iniziata in Colombia nel 1989. Tutto è partito come tentativo per fare una lezione di musica “diversa” e “viva”. Proposta che non sempre ottenne buoni consensi da parte dei dirigenti scolastici degli istituti privati per i quali lavoravo allora. Tuttavia qualcosa è successo in questo percorso: qualcosa contemporaneamente stava accadendo negli angoli più remoti della Colombia. Nel 1991 la costituzione colombiana viene modificata e questo cambiamento, che sembrava fosse l’ennesimo elenco di articoli e leggi rimasti sulla carta, nell’ambito culturale improvvisamente cominciò a dare un nuovo impulso. Nella teoria, la novità era che lo Stato, per prima volta, riconosceva e garantiva la protezione alla diversità culturale che esiste nel territorio colombiano e nella pratica, il governo colombiano mise in moto la “descentralización” della cultura per promuovere e garantire la partecipazione delle diverse comunità culturali che convivono in ogni angolo della Colombia. Perciò i progetti culturali, a partire dal 1992, vengono creati ed eseguiti attraverso consigli regionali e comunali a cui fa capo il Sistema Nazionale di Cultura. Ogni consiglio è formato da artisti locali, insegnanti e persone interessate allo sviluppo culturale di una determinata località o regione. Proprio in questo periodo stavo realizzando la mia tesi di laurea sulla “creazione di una coral/ strumentale infantile” a San Vicente de Chucurì. Un progetto per il quale ho lavorato per due anni consecutivi realizzando una prima parte di ricerca e una seconda parte di applicazione musicale sul campo. Il risultato è stato che quel progetto non solo è riuscito ad entrare nel piano culturale del municipio, ma ancora oggi è considerato parte fondamentale dello sviluppo culturale dei bambini e dei giovani di San Vicente di Chucurì. Il piano culturale prevedeva la promozione, creazione e partecipazione dei bambini e dei giovani alle diverse attività culturali promosse dal municipio: il coro infantile, la banda di musica, il gruppo di teatro, il gruppo di danza, e a tutte le iniziative di sensibilizzazione per proteggere l’ambiente e il territorio, alla creazione di festival, spettacoli e rassegne culturali di tutti tipi e anche alla creazione e apertura di teatri e case della cultura…e tante altre cose. Una esperienza che mi scuote tutta ogni volta che ricordo i fine settimana intensi, pieni di prove, di eventi, di riunioni, di attività didattiche nei quartieri periferici del municipio, tutto per ravvicinare ancora di più bambini e ragazzi alla musica e all’arte. Nel frattempo partecipai a seminari nazionali, convegni, corsi di formazione sui cori infantili dentro e fuori la scuola. Fece parte di un progetto di formazione musicale per gli insegnanti delle scuole primarie della mia regione. La mia attività di insegnamento si svolgeva in due luoghi diversi: Bucaramanga, dove insegnavo e dirigevo il coro infantile nella scuola regionale di musica e il fine settimana a San Vicente de Chucurì dove coordinavo il progetto del coro infantile che diventava sempre più grande. La vita, però, è piena di sorprese e di svolte e questo mi accadde nel 1997, quando si presentò la possibilità di venire in Italia. Da anni avevo preso in considerazione la possibilità di studiare canto all’estero e l’occasione arrivò in quell’anno. Così preparai le valigie per venire in Italia e iniziare una nuova vita. Cominciai i miei studi al Conservatorio di Ferrara, ma anche qui successe una cosa molto speciale. Mentre frequentavo il conservatorio nelle scuole di Ferrara, si cominciava a parlare di “intercultura”, ed è stato attraverso l’associazione CIES di Ferrara che venni contattata per fare degli incontri sulla Colombia inizialmente nella scuola primaria e successivamente in quella dell’infanzia . Alla prima occasione tra un racconto e una leggenda aggiungevo delle canzoni e delle danze che i bambini eseguivano tranquillamente: loro erano immediati, disponibili, e recettivi in tutti i sensi. Si creava veramente uno scambio molto interessante. Ho cominciato a fare degli adattamenti alle canzoni a livello linguistico per facilitare l’apprendimento ai bambini e questo mi ha spinto a fare una proposta sul “coro infantile nell’aula”: un progetto musicale dove tutti i bambini potessero cantare senza escludere nessuno; dove i bambini potessero ascoltarsi, cantare insieme all’unisono, a due e tre voci, costruendo insieme un progetto comune attraverso la musica. La prima scuola che ha accettato il progetto è stata la S. Biagio Rossetti di Ferrara. Il dirigente scolastico si mostrò molto disponibile e aperto alla idea del coro in classe. Dal punto di vista organizzativo ci tengo a precisare che mai come quella volta ho vissuto una preparazione all’esecuzione del progetto così ricca e collegiale. I primi incontri sono stati fatti proprio con il dirigente scolastico, con il quale non solo abbiamo letto il progetto insieme valutando ogni aspetto, dagli obiettivi generali all’esecuzione definitiva del progetto, costi, fasce d’età, repertorio. Dopo si sono realizzate le riunioni con tutti gli insegnanti della scuola per passare successivamente agli incontri con gli insegnanti di ogni singolo modulo e definire orari, spazi, ecc. Devo dire che è stata una esperienza indimenticabile. L’anno dopo ripetei la esperienza nella stessa scuola e contemporaneamente iniziai il progetto “il coro in classe” in un’altra scuola della città, con caratteristiche leggermente diverse, ma con risultati ugualmente interessanti ed stimolanti per bambini e insegnanti. Ancora oggi conservo il quaderno che fecero i bambini della classe terza, con fumetti e vignette dove i bambini raccontavano che cosa abbiamo fatto durante tutti gli incontri dedicati alla voce e al cantare in coro. Il progetto venne eseguito, così com’era stato proposto inizialmente, fino al 2008 in altre scuole di Ferrara e Provincia. Dopo le cose cambiarono notevolmente: i fondi per le scuole sono stati ridotti al minimo, obbligando i genitori a dare un contributo per sostenere economicamente i progetti. Questo ha significato la riduzione delle ore per la realizzazione dei progetti all’interno delle scuole, ha comportato la riduzione delle classi che aderiscono ai progetti, perché basta che un genitore dica che non è d’accordo con il progetto per cancellarlo dalla lista. Con i pochi contributi si pretendono risultati da “bacchetta magica”(difficili ma non impossibili) e questo non può che diminuire la qualità dell’insegnamento.

2. Una proposta didattica possibile: “Il percorso
vocale attraverso il repertorio” –
laboratorio

Quando penso alla struttura di un progetto musicale sull’attività corale in aula, oltre agli aspetti di tipo “logistico” ed economico, che sono importanti per stabilire il numero di incontri che farò con ogni classe, faccio una lista degli obiettivi che vorrei raggiungere con i bambini. Ogni classe ha le sue caratteristiche: ci sono classi molto “canterine” e altre meno e anche sé gli obiettivi generali sono gli stessi per tutti, è il repertorio a fare la differenza. Considero molto importante parlare con i bambini riguardo alla conoscenza che loro hanno della voce, del canto e di che cos’è un coro. Nelle attività includo esercizi sulla posizione del corpo, sulla respirazione, sulla dizione…tutto in modo molto ludico e soprattutto aderente alla canzone che si sta facendo in quel momento. Aggiungo anche alcuni consigli che riguardano la cura e l’attenzione che dobbiamo avere con questo strumento musicale “insostituibile”!

2.1. Il repertorio:

Una domanda importante da farsi è: che cosa cantiamo? Scelgo le canzoni in base ad una serie di parametri: l’età dei bambini, i loro interessi, le loro possibilità vocali, e soprattutto i progressi musicali e vocali che si possono raggiungere con ogni brano. Questo è forse l’aspetto a cui faccio più attenzione e sul quale concentro buona parte del percorso. Attraverso la canzone è possibile offrire ai bambini un ampio panorama musicale; si può contribuire ad uno sviluppo sensoriale nel bambino; al riconoscimento di pulsazioni e accenti metrici; alla conoscenza degli elementi musicali che compongo un determinato brano; si può stimolare la capacità immaginativa e creativa del bambino; si migliora l’ intonazione; si esercita la memoria e l’audizione interiore e si favorisce la consapevolezza del lavoro collettivo e dell’impegno individuale. Generalmente quando scelgo il repertorio faccio due categorie: canzoni che divertono e canzoni didattiche.

2.1.1. Canzoni che divertono,

generalmente sono canzoni immediate dal punto di vista melodico e ritmico, con testi che utilizzano molto la ripetizione e che facilitano la memorizzazione. Hanno una forma semplice: di solito la forma strofa-ritornello. Sono canzoni i cui testi suggeriscono piccoli gesti e/o movimenti e se la canzone racconta una storia o un personaggio funziona ancora meglio, non importa la lingua in cui si canta.

Esempio: El Chiriguare

“El chiriguare” è una canzone del litorale pacifico della Colombia con un ritmo che incita alla danza. Parla di un personaggio, una specie di “mostro”, che ha la testa d’asino e la coda di pesce, che vive vicino ad una laguna e che mangia i bambini.

El chiriguare

Cerca a la laguna,

vive el chiriguare (due volte)

con cara de burro y cola de bagre (due volte)

Rit. chiriguare, chiriguare,

chiriguare, te va’come’(2 volte)

Te va’ come’, te va’ come’

te va’ come’, te va’ come’

Farcoro – primo piano

te va’ come’, te va’ come’

te va’ come’, ya te comió!

Come insegnare la canzone?

Predisporre i bambini in cerchio e raccontare la storia. Cantare da sola la canzone, chiedendo ai bambini di ascoltare attentamente le parole che riescono a riconoscere (laguna, vive, burro…) Cantare una frase alla volta aggiungendo un gesto o un battito di mani. I bambini ripetono, così fino ad imparare tutta la canzone con gesti e piccoli movimenti. Una volta imparata bene la canzone aggiungere i legnetti per fare i battiti della prima strofa e rappresentare alcuni gesti e caratteristiche del personaggio. Si può accompagnare la canzone con la chitarra Eventualmente si può aggiungere una seconda voce nel ritornello, che si può eseguire dividendo il gruppo in due cerchi, ottenendo così un effetto vocale e coreografico semplice ed efficace. Questa canzone si può imparare in una lezione di un’ora. Nelle lezioni successive si possono aggiungere altri strumenti musicali, si può controllare l’intonazione, la dizione, il ritmo e l’interpretazione.

2.1.2. Canzoni didattiche:

sono canzoni che hanno una determinata condizione artistica che contribuisce alla formazione musicale (ritmo, melodia, tonalità, forma, ascolto, esecuzione di forme polifoniche semplici…) ed educativa dei bambini e per selezionarle si devono tenere in considerazione le caratteristiche interpretative dei bambini. E’ importante che il testo sia adeguato agli interessi dei bambini, che la linea melodia stia dentro i loro limiti vocali e che il ritmo e la tonalità non presentino grosse difficoltà. a. Ostinati e primi effetti speciali Esempio: Sambalelé “Sambalelé” è una canzone di origine brasiliana. La samba che è una danza brasiliana, in questo caso viene personificata da Sambalelé, una ragazza a cui piace ballare anche se ha un forte mal di testa. E’ una canzone che si adatta benissimo per insegnare il concetto e l’esecuzione dell’” ostinato”, perché prevede l’utilizzo di due ostinati melodici per accompagnare sia le strofe sia il ritornello. La canzone originale è in portoghese, ma la versione che io conosco è in spagnolo. In questo caso ho fatto un adattamento alla lingua italiana, cercando di mantenere la struttura ritmica della canzone:

Sambalelé
Sambalelé è ammalata,
ha un forte mal di testa (due volte)
Rit. Muovi, muovi, muovi ragazza
muovi il costume di seta, ragazza
muovi, muovi, muovi ragazza
muovi il costume di seta
Sambalelé preparava
una bellissima festa (due volte)
Rit. Muovi, muovi…
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Come insegnare la canzone?

Seguire i passi suggeriti prima, aggiungendo piccoli gesti che aiutino i bambini a memorizzare bene le parole. Per memorizzare la canzone, oltre ai gesti, si possono fare diversi giochi musicali. Ecco alcuni: alternando le semifrasi a gruppi; facendo contrasti di dinamica per ogni frase (forte-piano/pianoforte); alternando il canto ad alta voce con il canto silenzioso (mentale) di frasi e semifrasi (questo esercizio si può fare camminando) Cantare tutta la canzone battendo con le mani pulsazioni e accenti Una volta imparata la canzone si possono aggiungere i due ostinati melodici, facendo notare il movimento melodico di ciascuno con un gesto della mano che i bambini possono imitare A questo punto si possono dividere i gruppi: uno canterà le strofe e i ritornello e l’altro canterà gli ostinati melodici. La canzone si può accompagnare armonicamente con una chitarra, con un pianoforte e anche con alcuni strumenti a percussione: una scatola sonora e un tamburello. Se desiderate arricchire di più la canzone si può creare una piccola orchestra con xilofoni, flauti e percussioni che accompagna il coro.

b. Esplorando i suoni acuti e i suoni gravi

Esempio: La rama del nogal

Questa è una canzone di origine francese, la cui versione ho trovato in un’antologia di musica per bambini in spagnolo. E’ una canzone con un testo molto semplice che ha un ambito melodico che va dal La2 al Re4 e una struttura ritmica facile. La difficoltà sta nel raggiungimento delle note acute Do4 – Re4 e la nota grave La2. I bambini possono cantare la canzone in spagnolo perché il testo non presenta nessuna difficoltà. Questa canzone serve per aiutare i bambini a salire e scendere con la voce in modo leggero. Oltre a questo, può essere utilizzata per cominciare a lavorare sull’accompagnamento basato nell’intonazion di Tonica e Dominante.

La rama del nogal
En la rama del nogal
canta y trina un zorzal
tra-la, la-la-la-la, la-la-la-la, la-la
Tra-la-la, tra-la-la

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Come insegnare la canzone?

Oltre ai passaggi suggeriti prima per l’insegnamento della canzone, si possono aggiungere in questo caso, alcuni esercizi che possono servire per migliorare l’emissione delle note acute e dei passaggi ritmici più veloci. In questo caso possono essere di aiuto le sillabe: din, tin, den, ten, pa, la, per lavorare sui suoni interdentali, sulla vocale “a”, sul rilassamento della mandibola, sul movimento della lingua e sull’intonazione. Una volta imparata la canzone si può aggiungere lo ostinato melodico, utilizzando l’ultima frase della canzone come ostinato. Alla fine la canzone si farà così: una volta all’unisono e al secondo giro fare la melodia con l’accompagnamento “ostinato”.

c. Un esperimento: cantiamo a tre voci

Esempio: Alla formica

E’ una canzone scritta da Cristina Ganzerla, basata su un testo di Gianni Rodari, che si trova nella raccolta di canti corali per bambini e ragazzi “Giro, giro, canto”. E’ una canzone a tre voci, con un testo semplice, una ritmica facile e chiara per i bambini, l’ambito melodico sta entro i limiti vocali dei bambini (Re3 al Si). La seconda voce presenta un accompagnamento ostinato, mentre la terza voce fa una specie di controcanto iniziando una 5a sotto e dicendo alcune parole della filastrocca. Personalmente la ritengo una canzone bella che si adatta benissimo come primo approccio al canto polifonico a tre voci.

Alla formica
Chiedo scuse alla favola antica,
se non mi piace l’avara formica.
Io sto dalla parte della cicala
che il più bel canto, non vende, regala.

Come insegnare la canzone?

In questo caso è importantissimo che i bambini conoscano bene la melodia principale. Tutti i bambini imparano le tre melodie. Si inizia con l’accompagnamento ostinato, dividendo la classe in due gruppi, in modo che un gruppo canta la prima voce mentre il secondo accompagna con l’ostinato. Successivamente si aggiunge la terza voce, dividendo la classe in tre gruppi. Prima di stabilire chi farà definitivamente la prima, seconda o terza voce, mi piace molto che i bambini si divertano nell’alternare l’esecuzione delle voci. Per loro diventa come una piccola sfida ed è gratificante sentire come manifestano i gusti per la esecuzione di una determinata melodia. Il canto a tre voci è un passo importante nello sviluppo uditivo e vocale dei bambini. 13E’ il momento in cui i bambini sentono veramente come si può costruire un coro e soprattutto si fanno una idea di come può diventare una canzone interpretata a 4, 5 o 6 voci: “Sarà un pasticcio musicale molto bello!” dicono, ed è proprio così, un pasticcio fatto seguendo i parametri che ci aiutano a fare della musica un arte meraviglioso.

Sono convinta che il coro sia una grande risorsa musicale nell’aula. E’ come dare una scintilla di luce agli sguardi e i sorrisi dei bambini. Loro diventano più sensibili, più attenti, più curiosi e più rispettosi di un arte che per millenni ha radunato le persone di ogni cultura e di ogni civiltà. Un arte che mette in comunicazione l’anima degli esseri umani attraverso il canto, anche negli angoli più remoti del pianeta.

Buona musica a tutti!