Nella terra di Emilia-Romagna vivono ancora storia e tradizione, riassunte in una comunità viva che fa di questi due ingredienti uno stile di vita e di accoglienza. Le testimonianze di una storia che va dagli Etruschi ai Romani, ai Bizantini, agli Estensi e ai Malatesta hanno lasciato sul territorio della Regione tracce che ancora oggi sono parte delle città e dei paesi. Attorno a queste testimonianze si è sviluppato negli anni un turismo culturale che visita luoghi ed eventi che sono anche stati eletti dall’UNESCO a Patrimonio dell’Umanità. Ma accanto a questi luoghi, pur famosi in tutto il mondo, vi sono molte testimonianze di un passato fatto di arte e di architettura che non sono altrettanto celebrati, pur non essendo meno pregevoli. Anche piccoli paesi dell’Appennino e piccoli borghi della Pianura Padana, non molto frequentati dal turismo, possono vantare le testimonianze di un passato che proprio in questi luoghi ha dato vita a manufatti artistici ed architettonici assolutamente meritevoli di attenzione.

Oltre a questa miniera di bellezze l’Emilia-Romagna può anche vantare una grande tradizione culturale di genialità anche in campo musicale, che nei secoli è stata celebrata da tutto il mondo. In modo particolare la tradizione del canto corale, fatta di brani popolari e di produzioni classiche e moderne, ha anche oggi delle saldissime radici nel territorio emiliano-romagnolo. Il canto corale diviene quindi da una parte un ritorno alle radici storiche del popolo, dall’altra una celebrazione della storia della creatività umana nei secoli, capace di espressioni di altissimo lirismo e in grado di coinvolgere anche emotivamente l’ascoltatore.

L’unione di questi due elementi genera una fusione tra architettura e tradizione vocale che fa rinascere e rivivere le antiche architetture nell’atmosfera culturale e sociale che le ha viste nascere, generando eventi unici e di indiscutibile fascino.

Il movimento corale emiliano-romagnolo, rappresentato da AERCO ha ideato e organizzato un grande evento musicale, in forma di Festival, che ha intitolato Voci nei Chiostri, che negli ultimi anni ha visto la riunione di questi elementi (l’architettura e la musica corale) in una stagione concertistica che presenta caratteristiche uniche nell’area culturale dell’intera Regione.

La ragione del Festival, come dice il Presidente di AERCO, Andrea Angelini, parte dall’assunto che:

“La musica vocale è sempre risuonata nei Chiostri e nei Cortili, spazi annessi a luoghi dedicati al culto dell’anima o al viver civile. Questa Rassegna di Cori intende ricreare le armonie che per tanti secoli avvolgevano colonne e selciati della città. I Cori partecipanti hanno scelto repertori sacri e profani, antichi e moderni, proprio per caratterizzare al massimo l’evento. La voce, a cappella oppure accompagnata da strumenti, rappresenta il primo tentativo dell’uomo di “far musica”; essa ha mantenuto quel fascino vibrante che deriva da un’aura di mistero attorno alla sua genesi: nessuno sa veramente come si formi nel corpo umano, al di là dei meri aspetti fisiologici.

Strumento personale per eccellenza, portatrice di mille emozioni, la voce del coro saprà regalare, a chi verrà ad ascoltare i concerti, momenti di tensione e di piacevole ascolto nonché visioni di vita vissuta sotto magnifiche arcate.”

Molte sono le caratteristiche che fanno di Voci nei Chiostri un evento unico nel suo genere: la durata, il numero di concerti e di esibizioni, la scelta dei luoghi e dei programmi, il coinvolgimento sostanziale della coralità regionale. Tutti questi elementi si fondono insieme in un grande tour concertistico che coinvolge l’intero territorio regionale.

La durata di quasi quattro mesi del Festival (da giugno a settembre) permette all’Organizzazione di sfruttare appieno la disponibilità dei Comuni e dei luoghi senza sovrapporsi ad altre iniziative organizzate nel corso dell’estate da parte di molte realtà locali, aggiungendo quindi al calendario dei singoli Comuni ulteriori occasioni di attrazione sia di un pubblico di turisti che degli abitanti del luogo. Nel caso di grandi Comuni (come ad esempio Bologna) il Festival si integra con altre manifestazioni estive come Bologna-Estate, portando a questi eventi il coinvolgente contributo della musica corale.

Grazie a questa durata e alla disponibilità dei cori emiliano-romagnoli, Voci nei Chiostri è divenuta negli anni una stagione concertistica di tutto rilievo, organizzando solo nel triennio 2017-2019 più di 100 concerti, molti dei quali animati da più di una formazione corale, portando quindi le esibizioni dei cori ad un totale di oltre 180.

La scelta dei programmi, lasciata del tutto libera ai cori partecipanti, ha di fatto colorato il programma del Festival di tutte le sfumature della musica corale: dalle arie operistiche al gospel, dai canti tradizionali alla musica leggera d’autore, dalla polifonia classica alla moderna e contemporanea, tutte le espressioni del canto insieme trovano posto e vetrina nel panorama dei concerti. Anche i luoghi dei concerti, grazie alla diponibilità delle Amministrazioni Comunali, vedono la valorizzazione di luoghi e monumenti a volte quasi sconosciuti soprattutto al pubblico dei turisti, offrendo opportunità di conoscenze a volte non facilmente ottenibili da parte dei tour operator.

In tutto questo una parte determinante è sostenuta dalla coralità regionale emiliano-romagnola, che nel triennio ha visto ben 168 cori alternarsi sui palchi del Festival, presentando ben 1066 brani di 480 Compositori, oltre a ben 322 brani di tradizione, quindi di autore anonimo. Una vastissima panoramica quindi della produzione corale sia popolare che d’autore, con in testa autori del calibro di Bepi de Marzi, Verdi, Pigarelli, Mozart, Vivaldi, Palestrina, Maiero, Fantuzzi, Bach, Donizetti, senza dimenticare Compositori come Cohen, De Andrè, Rossini, Kramer, Morricone. Un Festival quindi a tutto spettro, che copre tutte le sfaccettature musicali che l’ingegno umano ha creato nella storia.

La diffusione territoriale del Festival, che si è ampliata notevolmente nelle edizioni che prendiamo in considerazione, ha negli anni coinvolto più di 40 Comuni di tutte le Provincie emiliano-romagnole, compresi i Capoluoghi, ed in alcuni Comuni si è addirittura colta l’occasione del Festival per realizzare vere e proprie stagioni concertistiche estive moltiplicando gli eventi.

L’offerta al pubblico del Festival ha quindi negli anni raggiunto un bacino di utenza straordinario, coinvolgendo a livello di offerta una percentuale della popolazione emiliano-romagnola che è salita dal 12,9% del 2017 al 36,59% del 2018. Queste percentuali aumentano in misura notevole se si considerano le molteplicità di eventi che ciascun Comune ha ritenuto di organizzare nell’ambito del Festival: si passa da un 13,23% del 2017 al 161,45% del 2019, andando ben oltre la popolazione totale della Regione. Tutto ciò, naturalmente, senza considerare il pubblico dei turisti.

Un Festival, quindi, che negli anni ha visto una sempre più convinta e larga adesione da parte delle Amministrazioni Comunali, che ha coinvolto una grande parte della realtà corale regionale in una manifestazione a larghissimo spettro culturale e di offerta, diffusa in moltissime realtà locali anche piccole, coprendo in larga parte il territorio regionale.

Voci nei Chiostri edizione 2020 è ora in preparazione, speriamo con risultati ancora più brillanti e ampliando le adesioni dei Comuni, permettendo ad AERCO di proseguire efficacemente nella realizzazione della sua missione: celebrare e diffondere la bellezza e la creatività insite nel canto corale attraverso lo sforzo e la dedizione dei suoi aderenti.