Questa mattina, nello scrivere la mia consueta rubrica per FARCORO, mi sono balzate alla mente alcune riflessioni che riguardano la ripresa delle prove ma soprattutto il nuovo atteggiamento che dobbiamo avere nei confronti di questa attività che sarà stravolta, non solo dalle leggi, ma e soprattutto dalla nostra psiche. Ecco il mio pensiero:

1) RIPRESA: Ovviamente in quelle Regioni dove le ordinanze non lo consentono non è possibile provare; sarebbe un reato e come tale perseguibile per legge. I cori di queste regioni, nella sfortuna dei ritardi dei loro amministratori, hanno però un vantaggio: quello di prepararsi psicologicamente al ritorno del cantare insieme. Collegandomi a questo, ho invece avuto modo di notare come molti cori, laddove le ordinanze lo consentano, sono ancora restii nel vedersi insieme per provare. Questo mi porta al prossimo punto.

2) LA PAURA: è umana, tutti abbiamo paura di quello che non conosciamo e degli effetti che le malattie possono provocare. Nella mia lunga esperienza corale sono stato testimone di coristi deceduti d’infarto nel corso di un festival oppure, purtroppo, perché rimasti coinvolti in incidenti mentre andavano alle prove, sino al celebre Coro dell’Armata Rossa perito completamente in un incidente aereo alcuni anni fa. Questo per significare che nessuna attività è esente da un rischio. Cantare in un coro non sarà pericoloso quanto lavorare in miniera ma comporta l’accettazione di qualche inconveniente. La paura si vince con il dotarsi delle opportune cautele (nel nostro caso i dispositivi individuali di protezione) ma anche filosofando sul fatto che la vita non ci renderà mai immuni da rischi di ogni tipo.

3) LA SCELTA: è un fattore personale, nulla può o deve essere imposto a chi non se la sente. Questo vuol dire che dobbiamo accettare se i cori caleranno come numero e se gli organici, soprattutto all’inizio di questi nuovi tempi, avranno delle defezioni di coloro che sono ancora al ‘punto 2’ delle mie riflessioni.

4) LA VECCHIA E LA NUOVA VIA: Per citare il famoso postulato di Antoine-Laurent Lavoisier ‘Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma’, anche la nostra bella attività corale seguirà questo corso. Non sparirà, non inventeremo nulla di nuovo, ma la adegueremo ai tempi correnti con tutto quello che comporta, anche in meglio. Personalmente ero molto curioso, anni fa, quando Eric Whitacre lanciò il suo primo virtual choir e poi ne ho fatto indigestione negli ultimi due mesi (realizzandone io stesso uno con il mio coro). Non lo aborrisco però, ha dato possibilità a molti di un minimo di espressione in tempi funesti e non è detto che debba andare in soffitta insieme alle riunioni e alle prove su Zoom. Questi mezzi informatici hanno aperto un mondo di possibilità, pressoché prima sconosciute al 95% degli addetti ai lavori. Prenderemo il meglio di ciò che ci è stato offerto in questi mesi, non rinnegando la loro utilità.

POST-SCRIPTUM: Personalmente ho imparato ad accettare ogni nuova condizione che mi è stata propinata dalla natura o dall’entità divina superiore e ad adeguarmici in fretta, sia pure ‘ob torto collo’. Avendo frequentato festival, meeting, simposi corali, dalla Cina alla Patagonia, dalla Norvegia al Giappone, dagli Stati Uniti all’Indonesia ero disperato a marzo quando mi pareva che questi giorni non sarebbero più tornati. La disperazione mi ha consentito di vedere le cose sotto un’altra luce che è quella della fortuna di aver potuto realizzare ed amare quello che mi era stato donato e di vivere nella speranza di un ritorno. Un po’ come quando muore una persona cara ma sai che la rivedrai, un giorno…