Didattica musicale, canto e costruzione del gruppo

Il secondo articolo di questa breve serie di proposte di didattica musicale riguarda il Relational Singing Model, un modello di intervento proposto dall’Associazione Cantabile di Torino grazie a Cristina Meini e Giorgio Guiot e alle loro esperienze maturate negli ultimi anni. Partirò da una descrizione generale del modello, per poi sviluppare alcuni esempi e proposte didattiche per i bambini di 3-7 anni, dalla scuola dell’infanzia ai primi anni della scuola primaria. Il tema è la relazione all’interno di un gruppo. Come svilupparla, rispettando le caratteristiche di ciascuno, e come indirizzare i partecipanti al gruppo al raggiungimento di un obiettivo comune e condiviso.La nostra ricerca è iniziata quasi quindici anni fa, quando abbiamo iniziato a compere alcune esperienze musicali con bambini con disturbi dello spettro autistico. Ci siamo confrontati con lo psicologo Maurizio Arduino, che aveva allora inaugurato una efficace struttura all’interno dell’Ospedale di Mondovì (Cuneo). Il dottor Arduino ci presentò presto una psicologa clinica argentina, Maria Teresa Sindelar, allieva di Stanley Greenspan e Serena Wieder, che stava diffondendo in Europa il modello DIR-Floortime. Trovammo moltissimi punti in comune con l’impostazione del DIR (Developmental, Individual-differences, Relationship- based model), sicuramente originale rispetto alla tradizione italiana, e presto sviluppammo un protocollo di intervento musicale e molte sperimentazioni, che confluirono nel testo Autismo e Musica (Erickson, 2011). Il libro presenta una introduzione al modello DIR a cura di Teresa Sindelar, una serie di osservazioni e proposte a cura di Cristina Meini, filosofa della mente, e una parte di repertorio di canzoni per bambini adattato secondo i principi del Floortime, repertorio cui appartengono i tre canti che presenterò più avanti. Le esperienze realizzate in molte scuole dell’infanzia e primarie, con un piccolo gruppo di bambini e la presenza del loro compagno affetto da autismo e il loro insegnante di sostegno, ci mostrarono come un laboratorio musicale orientato alle tematiche della relazione e della comunicazione, e basato su precisi principi di organizzazione, fosse risultato molto utile a tutti i bambini e avesse inciso profondamente sulle dinamiche del gruppo.

Cura della reazione, alternanza degli andamenti, utilizzo dello sguardo e dei gesti, precisa organizzazione ritmico-melodica dei canti , erano gli elementi che costituivano l’attività del laboratorio e che portavano non solo il bambino “speciale”, ma tutti i bambini a sentirsi coinvolti e partecipi. Nacque così il Relational Singing Model, proposta di intervento con un retroterra teorico molto radicato nella ricerca e declinato a seconda delle necessità del gruppo per il quale viene applicato. A oggi ha avuto applicazioni in molte esperienze didattiche, nella pratica della musica di insieme e in numerosi contesti clinici (dalle attività sullo spettro autistico alla terapia famigliare, come raccontato ne Il pentagramma relazionale). Il RSM ha un sito dedicato (www.relationalsinging.it) e una bibliografia essenziale che è presentata in coda a questo articolo.

TRE BREVI CANZONI

Le tre brevi canzoni che vengono proposte sono tratte dal repertorio di Autismo e Musica.

Sono melodie rivolte alla prima infanzia, che potranno essere utili anche in situazioni particolari. Ad esempio, sono state proposte per favorire per lo sviluppo della relazione con persone affette da ritardi medio-gravi, o con disturbi del linguaggio o, come illustrato nel libro Il pentagramma relazionale, all’interno di contesti particolari quali le sedute di terapia famigliare.

E’ utile ricordare alcune caratteristiche che contraddistinguono questi canti, e che devono essere tenute in considerazione nella proposta didattica ai bambini più piccoli:

• i canti sono molto brevi. Possono eventualmente essere ripetuti con alcune varianti (inserimento di gesti suono, modifica delle modalità di esecuzione);

• le melodie percorrono un ambito limitato alla quinta, eventualmente con qualche nota aggiunta a causa di progressioni o imitazioni (nel canto popolare, ad esempio, con la frequente presenza della dominante inferiore per avviare la frase musicale);

• sarà opportuno seguire le indicazioni che provengono dalla cosiddetta ergonomia vocale, e che contraddistinguono lo stile del canto popolare nella maggioranza delle tradizioni musicali: procedimenti di discesa per scala, salti melodici verso l’acuto.

Il mio stile di composizione delle melodie infantili comprende alcune particolarità:

• l’utilizzo del pentatono, anche se non in modo rigoroso, con frequenti progressioni o imitazioni;

• l’utilizzo della melodia per creare attese, conferme e punti di interesse;

l’utilizzo del testo con parole pensate per lo sviluppo delle dinamiche relazionali (saranno presentati alcuni esempi nelle schede didattiche legate a ciascun canto).

 

MANI MANI

MANI MANI

MANI MANI

Descrizione

• canto di andamento allegro, con la presenza di gesti-suono e movimenti del corpo

Obiettivi

• stimolare al movimento coordinato con un ritmo

• stimolare alla consapevolezza del movimento del corpo nello spazio

• ricercare il controllo del movimento fine

• stimolare all’attività di gruppo, all’intesa oculare spontanea e all’imitazione dei gesti

Movimenti

• battito delle mani

• battito delle mani sulle gambe (alternato, sulle due gambe “qua e là”)

• piccolo movimento dei piedi

• movimento di rotazione di un piede, a formare un cerchio

• slancio delle braccia verso l’alto, ripetuto più volte, distendendosi al massimo

• afflosciarsi del corpo verso il basso, in corrispondenza del glissato discendente

Proposte

• tutti i bambini in cerchio, cantando

• libera deambulazione dei bambini nella stanza, cantando

• un bambino interpreta i movimenti previsti dal testo, mentre gli altri lo accompagnano con il canto

• un bambino esegue tutto il canto (o una parte) da solo

• gioco a coppie, i bambini uno di fronte all’altro (possono battere le mani tra di loro e realizzare il glissato discendente in modo sincrono, tenendosi per mano)

Osservazioni

• gioco adatto alla prima parte di un incontro musicale, per l’attivazione di ciascun bambino e del gruppo.

• a movimenti decisi e organizzati nella prima parte del canto, in modo maggiore, seguono movimenti più liberi e di ampiezza inferiore. In questo caso si utilizza il modo minore ricercando una maggiore intimità. Al ritorno del modo maggiore, quasi una esplosione di vitalità, ritorneranno movimenti ampi decisi e condivisi.

• Il glissano finale prevede che tutti i bambini si inchinino in avanti. Non sarà più possibile vedere i compagni, quindi l’ultima frase “tutti a testa in giù” sarà cantata sulla fiducia che i compagni canteranno le stesse parole nello stesso momento… Per la mia esperienza questo punto della canzone (che ripeto all’inizio di ogni incontro, per molti incontri successivi) è l’indicazione della maturazione dell’insieme e del senso del gruppo.

CANZONE DOLCE

 

 

Descrizione

• canto di andamento lento e dolce

Obiettivi

• rilassamento con l’andamento cullante e dolce

• collegamento tra la dolcezza di diverse sensazioni (morbidezza, golosità) e la dolcezza delle parole e degli atteggiamenti

• stimolare a una respirazione ampia e profonda

stimolare all’apertura della bocca e all’emissione di suoni lunghi

• stimolare il contatto oculare spontaneo

Movimenti

• piccoli movimenti per accompagnare il testo, lenti e dolci, da realizzare singolarmente o in coppia

Proposte

• tutti i bambini in cerchio, cantando

• suddivisione a coppie, come momenti “di coccola”. Sono possibili diverse modalità: seduti, un bambino sdraiato e l’altro in piedi, tutti e due a terra…

• il conduttore canta la canzone a un bambino singolo (come gesto consolatorio o come piccolo premio in qualche occasione particolare)

Osservazioni

• canto adatto alla parte centrale di un incontro, quando si riscontra la necessità di un rilassamento generale

è utile per recuperare eventuali momenti di crisi o di stress

• va evitato con bambini per i quali possa risultare una proposta troppo coinvolgente a livello emotivo

 

DANZA ANTICA

DANZA ANTICA

Descrizione

• canto di andamento allegro, organizzato come danza in cerchio

Obiettivi

• stimolare al movimento coordinato con un ritmo

• stimolare alla consapevolezza del proprio movimento nel gruppo

• cantare una melodia di media difficoltà, muovendosi

• saper ritornare al proprio posto nel cerchio

• stimolare alla scelta di un compagno nel gruppo, all’intesa oculare spontanea e all’imitazione dei gesti

Movimenti

• camminare per cercare un compagno

• saltare insieme al compagno

• restare su un solo piede

• piegare le ginocchia

• camminare in cerchio dando il braccio al compagno

Proposte

• tutti i bambini in cerchio, cantando

• la persona che inizia il gioco sceglie un compagno; la prima coppia rimane al centro del cerchio, svolgendo i movimenti mentre tutti cantano

• al termine delle parole “lelele” e prima di “questa”, i bambini che erano al centro ritornano al loro posto iniziale, e tutti cantano

• al termine del canto, i due bambini che erano al centro invitano altri due bambini. Si formano così due coppie al centro del cerchio e si ripete la canzone da capo. Il prossimo passaggio prevede quindi 4 coppie, poi 8, e così via.

• Quando tutti i bambini saranno coinvolti nel gioco, si potrà riprendere più volte la canzone cambiando ogni volta le coppie

Osservazioni

• Gioco adatto allo sviluppo della socialità, che invita i bambini a cambiare continuamente il compagno di gioco e stimola quindi alla conoscenza e alla fiducia

• Per alcune età, è opportuno stimolare l’incontro tra maschi e femmine, invitando a formare coppie di sesso opposto così come nella danza popolare

• Si osserverà come questa dinamica non risulti sempre naturale e debba talvolta essere incoraggiata: così come si potrà constatare sul campo l’eventuale esclusione di qualche bambino dal gioco…

• La melodia della danza antica è molto semplice, ma basandosi sul principio della imitazione e della progressione porta talvolta a cantare gradi secondari della scala. L’obiettivo è di educare i bambini alla pratica completa degli intervalli

• Ciascuna frase termina con un semplice lololo, oppure lelele e infine lululu, in rima con il verso precedente. Questa scelta nasce dalla necessità di includere anche persone con difficoltà logopediche e relazionali, che (per la mia esperienza) potranno accettare di unirsi al coro in momenti molto semplici e -in un certo senso- prevedibili.

 

Qualche considerazione conclusiva

Le tre semplicissime canzoni presentate in queste pagine illustrano una metodologia di lavoro e un modello nato da precedenti esperienze musicali a contatto con l’autismo, e mirano a sviluppare la relazione e la partecipazione a un gruppo di bambini di scuola dell’infanzia o di primi anni di scuola primaria.

Più che ai contenuti di ciascuna canzone, ho voluto porre l’attenzione su considerazioni relative alla forma ritmico- melodica e all’ambito intervallare: l’attenzione e la relazione con le persone saranno incoraggiate dalla disposizione degli intervalli, da una occasionale sosta sulla dominante per stimolare la curiosità e l’aspettativa della conclusione, dall’utilizzo di un testo cui anche i bambini con difficoltà logopediche possano ambire ad unirsi.

La proposta di nuove canzoni non cela alcun desiderio di soppiantare il repertorio del canto infantile tradizionale! Sarà invece prezioso proseguire la ricerca all’interno di tale repertorio, per valorizzare i tantissimi e preziosi spunti provenienti dal canto antico. Senza dimenticare, però, che la conformazione socio culturale del nostro paese si sta continuamente modificando e che sarà importante fornire a tutti i bambini elementi che possano far sentire loro a casa. Sarà quindi importante rivolgersi anche al canto infantile di altre culture, o tentare semplici operazioni di contaminazione (come in fondo ho tentato di fare io stesso, utilizzando modalità espressive non precisamente connotabili come occidentali).


Per approfondire:

Per approfondire:

Guiot – Meini – Sindelar  –AUTISMO E MUSICA, Centro studi Erickson, Trento, 2011

Giorgio Guiot – INSIEME Canto, relazione e musica in gruppo, Centro studi Erickson, Trento, 2021

Meini – Ruggiero – IL PENTAGRAMMA RELAZIONALE, Franco Angeli 2017

David Huron – Sweet Anticipation: Music and the Psychology of Expectation, MIT Press 2006

www.relationalsinging.it

Il sito del canto per relazione, modello proposto da Cantabile

www.musicapercrescere.it

Il sito dei materiali didattici di Giorgio Guiot e di Cantabile Torino

www.giorgioguiot.it

Il mio sito web personale