«La musica altro non è che la sostanza dei rapporti armonici che devono regnare fra cielo e terra» (Marius Schneider)

A Lucca è presente, come in molte altre città e località italiane, una vivace e frequentatissima scuola di musica associativa che ha un nome molto eloquente: Sinfonia. Da diversi anni ho il piacere di essere invitato a tenere corsi di formazione agli operatori di Sinfonia che realizzano progetti nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria. Ogni anno, questi  corsi ospitano, oltre al sottoscritto, figure di primissimo piano nel settore della didattica e pedagogia musicale, come Paola Anselmi, Anna Maria Freschi, Ciro Paduano, Marcella Sanna e, naturalmente, la musicista lucchese Caterina Mancini, ideatrice, animatrice instancabile e coordinatrice dell’intero progetto. Questo dimostra la cura di  un fruttuoso rapporto col territorio e le istituzioni educative che, in vista di un auspicabile piano nazionale di educazione al suono e alla musica, dovrebbe funzionare da modello e motivare l’attuale Ministero dell’Istruzione e del Merito ad affidarsi con fiducia a una vasta rete di realtà associative ben distribuite sul territorio nazionale che, da sempre, svolgono con impegno, competenza e passione questo tipo di attività, colmando così un incredibile e annoso vuoto istituzionale.Una soluzione troppo semplice per le abitudini italiane? Eppure, dobbiamo moltissimo all’intraprendenza e alla determinazione di musicisti, didatti e operatori di questo settore che sfidano continuamente la precarietà economica di questo lavoro e, non poche volte, anche l’incomprensione di chi si ostina a ignorare le valenze formative di un’esperienza musicale universalmente diffusa e condivisa. L’obiettivo è di portare concretamente le attività musicali nella fascia 0 -10. Basterebbe fare un censimento delle realtà associative distribuite sul territorio italiano e affidare loro qualcosa che da decenni gestiscono in maniera professionale, innovatica e costantemente aggiornata. Tra l’altro, come ho già accennato, queste realtà promuovono anche la formazione di operatori musicali che intendono specializzarsi in questo particolare settore, di cui i Conservatori italiani, in linea di massima, non si sono mai curati. Quest’anno, uno degli obiettivi principali del percorso formativo da dedicare alla scuola primaria, era quello di portare i bambini presso il meraviglioso Teatro del Giglio di Lucca, per cantare tutti insieme una selezione di canti scritti appositamente per questa occasione. Stiamo parlando di 600 bambini accompagnati per l’occasione da un ensemble di musicisti che riuniva i docenti della Scuola di musica Sinfonia. Questo, visivamente parlando, significa trovarsi sul palco e contemplare il teatro completamente colmo di bambini (con le relative maestre e maestri).  La manifestazione, che si è svolta la mattina di venerdì 28 aprile dell’anno in corso ha avuto grande successo e, molto probabilmente, avrà un seguito anche negli anni a venire. Una delle finalità essenziali era anche quella di proporre canti a misura di bambino, per estensione e grado di difficoltà, perciò facilmente realizzabili e al tempo stesso in grado di convolgere e interessare questa grande e appassionata platea. Uno dei canti proposti è un girotondo scritto appositamente per la città che ospitava il concerto: Girotondo a Lucca.

Girotondo a Lucca

Girotondo da fare a Lucca
la cipolla lo disse alla zucca
girotondo che adora il canto
che si addice a chi ride tanto!

Girotondo, giro, girotondo
Girotondo, giro, girotondo

Girotondo di piazze e di mura
mi nascondo fin tanto che dura!

GIrotndo di merli e di torri
non ti acchiappo fin tanto che corri
girotondo di chiese e cortili
da riempire con voci sottili

Girotondo, giro, girotondo
Girotondo, giro, girotondo

Girotondo di piazze e di mura
mi nascondo fin tanto che dura!

Musicalmente parlando, nella scrittura mi sono divertito ad alternare atmosfere modali (che suonano un po’ medievali) a passaggi (il ritornello) su cadenze spiccatamente tonali (I-IV-V-I), con una transizione che precede il ritornello (girotondo giro, girotondo…) su modo lidio di RE per preparare con una cadenza a carattere plagale (VIIb-I) il ritornello decisamente in MI maggiore. In pratica, dai grandi autori che si cono occupati di musica per l’infanzia, ho appeso a giocare sul rapporto figura-sfondo: la melodia (che corrisponde alla figura) può essere comodamente cantabile, mentre l’armonia (lo sfondo) può permettersi una maggiore mutevolezza e creare delle variazioni a sorpresa.

Da misura 25 a misura 28 è possibile aprire un spazio di improvvisazione strumentale ad libitum, utilizzando ogni sorta di strumenti, a partire dagli strumenti a partire dagli strumenti a barre (xilofono, metallofono, glockenspiel) sulla scala di RE dorico, che si profila su due triadi alternate (Re minore e DO maggiore).

Nello schema qui riportato ho indicato le due scale utili per impostare un’improvvisazione. La prima RE dorico, si può utilizzare sempre e, grazie alla sperimentazione si troveranno le soluzioni migliori. La seconda si può utilizzare sulle battute pari, alternandola alla prima, a causa del Sib che nella battute dispari può creare una dissonanza con l’accompagnamento pianistico (il Si naturale del 4° tempo alla mano destra).

Di solito, quando si improvvisa, all’inizio si usano tantissime note, tutte fitte, poi, in seguito, ci si rende conto che è molto più efficace delineare delle linee ben definite e cantabili. Non aggiungo altre osservazioni, perché dalla prima si potranno comprendere mille altre cose. Ho scritto anche una linea da affidare agli strumenti gravi che gioca sulle note dei due accordi, creando varietà nella configurazione degli stessi e stimolando alla ricerca di altre possibili soluzioni.

Un saluto cordiale e sempre buona musica!

Tullio Visioli

tulliovis@tiscali.it

Visioli – 6. girotondo_lucca