Nella foto: EKOS Vocal Ensemble festeggia il suo Quindicennale a Vignola (2021)

CON IL SUPPORTO DI ALEX CAVANI

Il direttore del coro EKOS Vocal Ensemble, Massimo Pizzirani, ripercorre il proprio percorso vocale e corale contemporaneo, divertente, divertito e di qualità, all’insegna del “Vocal Pop”

Quando si ascoltano cantare i ragazzi dell’EKOS Vocal Ensemble si percepisce subito una magia, qualcosa che sta al di sopra di una normale esecuzione corale: è quel qualcosa che io tento continuamente di spiegare a chi sta al di fuori del gruppo, ma è davvero difficile definire quell’amicizia e quell’alchimia che ci uniscono indissolubilmente, quel legame forte che fonde i coristi in un’unica entità fin dalla loro giovane età, un’armonia vera e propria, non solo musicale! I ragazzi stessi l’hanno sempre definita con un termine che mi emoziona ogni volta: una famiglia. Il requisito fondamentale per avere una vera unione di anime (che a mio avviso, dalla mia esperienza nel campo corale, è ancora più importante della cosiddetta “bella voce”) è trovare i coristi che ancora prima di cantare e tuffarsi nella musica pratica abbiano la sensibilità necessaria per collegare il proprio cuore alla voce. EKOS Vocal Ensemble è un coro a cappella misto di 12 coristi, nato tra le aule di una scuola di musica di Vignola (MO), nella quale ho insegnato canto solistico per 14 anni; le lezioni individuali mi han dato l’opportunità di rapportarmi giorno per giorno in maniera profonda con i miei allievi e di conoscerne non solo la tecnica e il range vocale, ma anche le caratteristiche caratteriali di ciascuno di loro. In questo modo ho potuto raggruppare i ragazzi che potessero condividere lo stesso modo di stare insieme e di fare musica, per sviluppare una sintonia di intenti, una squadra. Il gruppo non è quindi solo divertimento, ma anche disciplina e potenziamento costante delle proprie capacità tecniche a servizio degli altri; in ogni prova ho quindi proposto:

Massimo Pizzirani

• esercizi di respirazione di gruppo anche attraverso l’utilizzo di basi musicali su cui allenare il diaframma e prendere maggiore consapevolezza del suo utilizzo;

• vocalizzi per amalgamare le voci con una precisa e stilisticamente omogenea impostazione in mix voice, senza rinunciare alla conoscenza di altre tecniche come belting (tecnica tipica del musical, in cui si potenzia al massimo la cosiddetta voce di petto tramite tecniche consone di appoggio e di respirazione) e twang (tecnica messa a punto dalla grande ricercatrice della voce Jo Estill). Questo studio ci ha consentito di analizzare vari cantanti pop e di vedere come prediligessero nel loro stile una caratteristica tecnica vocale piuttosto che un’altra, rendendola peculiare di quello specifico stile musicale;

• ascolto e autoascolto critico, cioè essere consapevoli della propria vocalità e quella di ogni altro singolo corista. Essere un ensemble composto da soli 12 elementi ci consente di lavorare anche uno alla volta davanti agli altri. Ad esempio, ad un solista a turno è stata fatta intonare una scala in mix voice e gli altri coristi hanno dovuto percepirne il cambio di registro verificandone così la corretta appartenenza ad una precisa sezione vocale. Di controprova, anche con altre impostazioni come il belting è stata verificata su ognuno l’estensione di questa tecnica vocale, differente per ogni sezione di appartenenza;

• la lettura della musica attraverso l’utilizzo della solmisazione con il metodo di Zoltan Kodaly e di Roberto Goitre, allo scopo di riconoscere la tensione dei vari gradi della scala e intonarne correttamente gli intervalli;

• allenare l’orecchio di ogni allievo attraverso esercizi di ear-training riuscendo così a comprendere la tonalità di un determinato brano e le note di tensione o risoluzione della tonalità cantata. Ho proposto inoltre esercizi di intonazione con il diapason e consapevolezza delle zone di “rottura” (o passaggio) della voce in relazione all’esecuzione di differenti scale;

• esaminare storicamente e stilisticamente i brani che abbiamo in repertorio: durante il lungo periodo di lockdown causato dalla pandemia del 2020 ho assegnato ad ogni allievo un brano a scelta facente parte del nostro repertorio ed ognuno di loro ha compiuto una ricerca storiografica e stilistica di tale brano; ad ogni nostro incontro un ragazzo a turno ha poi illustrato agli altri coristi il lavoro sviluppato e queste analisi hanno consentito al gruppo di prendere coscienza delle diverse caratteristiche compositivo-esecutive di ogni brano legate al periodo storico dello stesso e alla sensibilità e maturità dell’artista che lo ha scritto o eseguito. L’aspetto più importante emerso dalla ricerca condivisa è stata la consapevolezza che ogni brano musicale ha alle spalle una vicenda, un’emozione scatenante che come una scintilla ha messo in moto la fantasia del compositore. Conoscere e comprendere queste informazioni spinge ogni corista verso una percezione della musica molto più profonda e creativa.

• comprendere l’andamento di ogni brano: come direttore non impongo in maniera sterile le indicazioni agogiche e dinamiche presenti in un brano, ma illustro ai ragazzi le motivazioni delle mie scelte stilistiche ed interpretative, spiegando quali fattori della mia cultura ed esperienza musicale mi hanno portato a tali conclusioni. Questo per creare negli allievi un gusto critico non solo verso i brani che eseguiamo, ma anche verso le musiche che loro ascoltano tutti i giorni. Ho notato che questa attività migliora la loro sensibilità musicale, spronando i ragazzi a non giudicare un brano semplicemente come “brutto” o “bello” sulla base di mere osservazioni estetiche. Musica che alle proprie orecchie può risultare brutta, se eseguita con certe intenzioni e dando significato a precise figure retoriche musicali, acquisisce una valenza positiva e arriva al pubblico in maniera estremamente diretta. Quando interpretiamo la difficile armonizzazione di W. Blanco di Bohemian Rhapsody dei Queen, dove la complessità armonica della composizione originale viene mantenuta intatta attraverso un perfetto equilibrio tra tutte le voci del coro, in cui il corista è talvolta solista e talvolta gregario, in cui la voce può sostituire una sezione ritmica o un assolo di chitarra elettrica, in cui le dissonanze devono essere perfettamente intonate, abbiamo un completo tornaconto artistico del nostro percorso tecnico.

EKOS Vocal Ensemble a Sestri Levante (2019)

Ritmo, movimento, teatralità nel coro

Chi ha avuto l’occasione di assistere ad un nostro spettacolo ha notato subito una caratteristica che sul palco ci contraddistingue rispetto ad altre formazioni corali: la presenza, nelle nostre esecuzioni, di momenti coreografati e di teatralità espressiva ma calibrata sapientemente col canto. Per meglio capire la scelta che mi ha portato a stravolgere il cliché del “coro tradizionale” bisogna fare un salto indietro a tanti anni fa nel mio variegato percorso… Da bambino, all’età di 8 anni, ho iniziato a cantare in un coro di voci bianche a Vignola: inutile dire che questo mondo mi ha immediatamente ammaliato! A darmi il primo “imprinting drammaturgico” all’interno della musica corale è stata però la mia esperienza nel Coro T. L. De Victoria col Maestro Giovanni Torre: mi sono innamorato del madrigale drammatico di Orazio Vecchi e di Adriano Banchieri. Se a questo aggiungiamo i miei studi di canto lirico e successivamente i corsi di musica antica col Maestro Giovanni Acciai si capisce come abbia cominciato a ragionare su un concetto di musica corale a tutto tondo, aperto, in grado di arrivare direttamente all’ascoltatore. Un pensiero strettamente personale: ho sempre creduto che, a prescindere dal periodo storico del brano interpretato, la musica non debba essere presentata al pubblico cercando di renderla esattamente identica a come è stata scritta, perché sento che non abbiamo le stesse sensibilità storiche, culturali e antropologiche. Pertanto, affinché un qualunque brano possa essere compreso nella sua essenza profonda, ho maturato la necessità di facilitarne la fruizione “traducendolo” (perdonatemi questo termine) attraverso una codifica moderna: sento l’esigenza di far calare lo spettatore nell’atmosfera di quel periodo, utilizzando sì riferimenti storici, ma soprattutto cercando di trasferire il messaggio principale e l’essenza comunicativa del compositore. Questa consapevolezza ha innescato in me la voglia di creare questo gruppo vocale e di utilizzare, come nel madrigale drammatico, il teatro come mezzo per abbattere le barriere temporali facendo coesistere musiche “POP” di 50, 60, 70 anni fa e, attraverso il movimento ed il gesto, provare a trasmettere il significato di ogni brano facendo entrare lo spettatore nell’atmosfera di quegli anni, stando sempre attentissimi affinché il sottile divario fra musica e dramma non ecceda verso la componente teatrale. Ho quindi coinvolto la professionalità della coreografa Viktoria Vandelli, la quale ha il compito di occuparsi con equilibrio della teatralità a tutto tondo insita in ogni brano. Tutti i brani del nostro repertorio, insieme alle rispettive coreografie, sono stati imparati cercando di mantenere un filo conduttore costante e cercando di infondere un’ideale legato ad un’intima ricerca di coerenza esecutiva, al punto che abbiamo dato al nostro concerto il titolo “Lo Spettacolo nello Spettacolo”, definizione calzante fornitaci da Roberto Soci, direttore di coro al quale sono particolarmente legato. Questa è l’esperienza EKOS, questo è tutto ciò che dà vita alla magia del gruppo: non solo musica e canto, ma anche un’esperienza da vivere, da interpretare… ensemble, ASSIEME!

EKOS Vocal Ensemble a Ravenna (2023)

EKOS Vocal Ensemble

EKOS Vocal Ensemble nasce nel settembre 2007 grazie al maestro Massimo Pizzirani, insegnante di canto presso il circolo “G. Bononcini” di Vignola (MO), con l’obiettivo di approfondire la conoscenza musicale del canto a cappella. Ben presto all’interno di questo progetto didattico nasce una forte amicizia e una grande voglia di far conoscere la propria musica attraverso concerti e concorsi: partendo dal 1° premio assoluto per la propria categoria al Concorso “16° Trofeo Italiano Città Di Ascoli Piceno” del 2008, passando dal 4° posto al concorso internazionale “SolevociCompetition” a Varese del 2009 e arrivando tra i semifinalisti al concorso “TIM – Torneo Internazionale di Musica” a Verona del 2010; sempre a Verona, nel 2012, l’ensemble vince il Trofeo Argento nella categoria Pop/ Swing/Blues/Spiritual in occasione del “24° Concorso Internazionale di Canto Corale della città di Verona” ed è del 2019 il 1° premio ex-aequo della propria categoria al concorso internazionale “CorAmare” di Sestri Levante. Nel 2017 viene invitato come coro ospite nel contesto del “Festival del Canto Corale Echo”, svoltosi ad Hodonín, in Repubblica Ceca. Nel 2010 l’ensemble si costituisce “Associazione Culturale Ekos Vocal Ensemble” e lo stesso anno entra a far parte di AERCO – Associazione Emiliano-Romagnola Cori. La continua formazione canora svolta attraverso le prove settimanali viene affiancata dallo studio coreografico di ogni brano del repertorio, sotto la supervisione di Chris Channing dal 2015 e di Viktoria Vandelli dal 2017. Nel 2020 il gruppo diventa definitivamente APS, Associazione a Promozione Sociale. Ad oggi i membri dell’ensemble sono: Mary Brusiani, Viviana Liuni, Carlotta Brighetti (soprani), Morgana Mattioli, Chiara Cavallini, Silvia Albertini (mezzosoprani), Simone Pizzirani, Alex Cavani, Mirco Cantergiani (tenori), Luca Degli Esposti, Massimo Pizzirani e Andrea Carrabs (bassi). In supporto alla sezione dei soprani dal 2023 Arianna Baccarini.