Intervista a Marco Cavazza, nuovo direttore del Coro Regionale dell’Emilia-Romagna

Marco, quali sono state le tue reazioni quando hai ricevuto la proposta per questo incarico di direzione del Coro dell’Emilia- Romagna?

Caro Michele, che piacere ritrovarci. Ci conosciamo da più di vent’anni! Abbiamo studiato insieme al Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna e abbiamo vissuto anni importanti nella storia dell’AERCO. Quando abbiamo iniziato a dirigere cori, nel ‘secolo scorso’, non eravamo reperibili ai cellulari perché non c’erano… Le riunioni dell’AERCO erano le uniche occasioni di conoscersi e di scambiarsi spartiti e informazioni prima dell’avvento di internet. Poi, per tanti anni mi sono messo da parte e sono rimasto a guardare un’Associazione che si rinnovava al passo coi tempi e proponeva iniziative concertistiche e didattiche, pubblicazioni, corsi di formazione coordinati da grandi professionisti. Ciascuno un tassello, un aiuto, un modo di pensare che contribuisce al grande progetto di fare grandi progetti.
Una sera di dicembre 2023 il Presidente Andrea Angelini mi dice che si vuole realizzare il Requiem di John Rutter e una masterclass da lui diretta. Non so come sia stato proposto il mio nome per la preparazione del coro ma penso sia arrivato il momento che anch’io possa dare il mio contributo all’Associazione.
Dato l’argomento dell’opera dovrei preoccuparmi? – No, non sono superstizioso! Data la presenza di Rutter dovrei preoccuparmi? – Sì… non so una parola di inglese… Dunque: la sorpresa è stata tanta, so che posso fare qualcosa per l’Associazione e lo farò. Questa è stata la reazione.

Alla luce della prima prova fatta, ci puoi dire qualcosa in più sui partecipanti attuali?

Ieri [a gennaio 2024, ndr] a Parma la prima prova, molto freddo ma soleggiato. Tutti in una sala meravigliosa con un pianoforte che sembra sapere quello che vuoi e il coro tutto intorno. Al termine ho schiena e collo a pezzi. Sei ore di prove piene. Alla fine fuori è buio: tutti a casa ovunque sia. I partecipanti attuali sono uomini e donne arrivati da tutta la Regione, pieni di entusiasmo. Senza entusiasmo nulla riesce bene nell’arte – noi dell’ambiente lo sappiamo bene… Non conosco ancora i loro nomi, e ancora non conosco le loro storie ma so che vogliono far bene, perché si sente. Vogliono far talmente bene che ogni tanto ‘fanno casino’, ma si sentono l’impegno, la concentrazione, la gioia, la consapevolezza di far parte di un momento unico, irripetibile, “sacro” in un certo senso, che giustifica tutti i sacrifici di una giornata pienissima.

Che profilo dovrebbe avere un corista di questo coro e quali sono i motivi per cui ti senti di consigliare questa esperienza?

Sicuramente tutti coloro che amano il canto corale dovrebbero poter vivere un’esperienza così intensa, profonda e gratificante. In questa particolare situazione i tempi strettissimi che ci troviamo a dover sostenere richiedono un certo grado di preparazione ed esperienza e disponibilità di tempo per lo studio a casa, condizione essenziale per la riuscita. Diciamo che alle prove le parti si presuppongono già in buona parte assimilate per dedicare in presenza tutto il tempo possibile alla parte musicale e al raggiungimento di unione di suono per qualità e intonazione. Quest’ultimo aspetto è fondamentale: viene affrontato con cura quando settimanalmente frequentiamo i nostri gruppi corali; a maggior ragione è necessario dedicarvi tempo ed energia in un progetto in cui tante persone si trovano a cantare insieme in modo così saltuario.

Come sono organizzate le prove e come si fa a entrare nel gruppo?

Mi scuserai la battuta: le prove sono organizzate bene, benissimo! E, in fondo, non è una battuta ma il mio modo di ringraziare Mirco Tugnolo che si dedica con grandissimo impegno senza tralasciare alcun particolare, sempre con una straordinaria e incrollabile gentilezza. Nella mia esperienza poter pensare esclusivamente al lato musicale è tutto tranne che scontato. Ritengo sia una grandissima fortuna. Posso dire che durante la prima prova tutti abbiamo pensato solo a cantare. Quando tante persone possono dedicarsi a realizzare un progetto e non si accorgono della preparazione organizzativa che c’è dietro vuol dire che qualcuno ha fatto un lavoro davvero grande e ben riuscito.

Come si fa a entrare nel gruppo? Non penso sia più possibile ma per ogni informazione si può contattare AERCO. Penso che le voci maschili siano sempre ben accette – ci crederesti?
Su che repertorio state lavorando e su quale ti piacerebbe lavorare durante il tuo mandato?

Ma tu hai voglia di scherzare! Mi trovo sul collo il fiato di Mr. Rutter! Mica mi metto a fare altre cose per ora. Il pensiero di fargli fare un sacco di chilometri mi fa sentire una grande responsabilità. Ma più di tutto ci tengo a portare questo bellissimo gruppo corale nella condizione ottimale a potersi esprimere al meglio. Sarebbe davvero bello non preoccuparsi delle “note sbagliate” e pensare solamente a Cantare con la “C” maiuscola.
Manca pochissimo tempo: la masterclass si terrà il 10 marzo 2024 a Parma, ho idea che gli iscritti superino di parecchio il centinaio. Anche per loro e per la buona riuscita della giornata si impone un lavoro quanto più possibile accurato. Sicuramente il progetto del Requiem non finirà il 10 marzo ma si farà il possibile per presentarlo in altre occasioni. Le proposte in questo senso stanno già arrivando.
Poi con calma penseremo a cosa realizzare. Vorrei ascoltare anche i desideri dei coristi. Sicuramente con un gruppo misto di cinquanta elementi che si trova una volta al mese so cosa non è il caso fare. Sarei comunque un bugiardo se ti dicessi che non ho ancora idee. Ce le ho eccome. Ma per scaramanzia non te le dico.

Dovessi farti una domanda, Marco, che cosa ti chiederesti?

Mi chiederei: Dovrai preparare e dirigere un Requiem. Credi in Dio? E la mia risposta sarebbe: No Michele, nel modo più assoluto. Credo fortemente nell’amore inteso come forza creatrice dell’uomo. Nel campo dell’arte quanta forza creatrice e quanto amore c’è in un uomo che scrive la Passione secondo S. Matteo! O la Sagra della primavera! O che trasforma una tela bianca in Guernica! C’è tanto amore ogni volta che creiamo con cura. Anche in un tortellino fatto con cura c’è del divino. C’è qualcosa di religioso quando alle prove ci troviamo insieme e incanaliamo il nostro entusiasmo (en theós) e il nostro amore nel ricreare queste opere. E, pure, ci vedo qualcosa di fortemente religioso se penso a tanti animaletti bipedi che si recano insieme, alla stessa ora, e si siedono tutti nella stessa direzione in silenzio ad ascoltare l’esecuzione di un’opera; non è forse un momento di grande “comunione”? Un pesce non riconosce la grandezza della creazione. Quando riusciamo a riconoscere la grandezza dell’amore davanti a queste grandi opere, e sentiamo vibrare qualcosa in noi siamo un po’ in Paradiso. Quando litighiamo per un parcheggio siamo un po’… in Purgatorio.

Hai qualche “sogno nel cassetto” per questo progetto? Ad esempio, un luogo in cui fare un concerto, o l’esecuzione di un brano in particolare, o un tema da affrontare?

Mi conosci e sai che l’idea di poter fare musica in luoghi meravigliosi di cui la nostra regione è piena è un’idea che mi solletica alquanto. A parte questo per me già essere alla direzione musicale di questo progetto è una grande soddisfazione. In generale non ho sogni nel cassetto. O forse non ho cassetti vuoti. Sono molto fortunato ad avere dei cassetti pienissimi. Penso di averli riempiti lavorando per la musica ogni singolo giorno per più di quarant’anni. Più che di sogni parlerei di speranze per questo progetto. Spero di far bene, spero di divertirmi e far divertire, spero di stare bene e fare star bene. Spero sia un orgoglio sempre più grande per tutti coloro che ne fanno parte lavorare in questo gruppo. Spero di non essere picchiato da Rutter. Spero di fare un servizio quanto più soddisfacente per l’AERCO. L’AERCO è ogni coro che ne fa parte, ogni corista che ne fa parte, ogni corista che ancora non ne fa parte, ogni persona che ci verrà ad ascoltare. Ognuno di loro merita il nostro massimo impegno.

Marco Cavazza

Marco Cavazza si dedica quotidianamente alla musica dall’età di otto anni; ha studiato pianoforte con Valeria Cantoni, composizione con Chiara Benati e Cristina Landuzzi, direzione di coro con Tito Gotti e Pierpaolo Scattolin. Si è perfezionato presso il Mozarteum di Salisburgo con Sergei Dorensky. Ha seguito corsi di prassi esecutiva barocca con Emilia Fadini, di musica da camera con Enzo Porta e Francesco D’Orazio e di musica contemporanea con Annamaria Morini e Adriano Guarnieri. Numerosi sono i concerti in Italia e all’estero come pianista, in formazione da camera, come Accompagnatore di cantanti e come direttore di coro. Si è particolarmente dedicato allo studio del repertorio contemporaneo realizzando diverse prime esecuzioni. Numerose pure le realizzazioni discografiche. Unisce all’attività concertistica l’insegnamento in importanti istituzioni musicali. Sempre interessato alla musica corale in tutte le sue forme e generi, dal 2003 ha collaborato per più di dieci anni al “Progetto Cori Scuole Superiori di Bologna” dell’Accademia Filarmonica di Bologna come direttore e organizzatore. È oggi direttore del coro “Armonici senza fili”, del coro femminile “Mosaico” e dei numerosi ensemble strumentali che si sono avvicendati nella realizzazione di progetti e manifestazioni culturali e divulgative della Fondazione “Rocca dei Bentivoglio” di Valsamoggia (Bologna). È inoltre Direttore del coro “CantER” – Circolo Dipendenti della Regione Emilia-Romagna di Bologna fin dalla sua nascita nel 2011.

Marco Cavazza