Bentornato al maestro Fulvio Rampi tra le pagine di FarCoro. Lo ringraziamo per aver accettato di essere con noi per un’intervista che presenterà il suo innovativo Video-Manuale di Canto Gregoriano.

Come e quando è nata la sua passione per il Canto Gregoriano?

Avevo vent’anni, ero studente di organo, dirigevo cori e mi interessavo di canto corale sacro; ho avuto la fortuna, a quell’età, di conoscere grandi maestri, a cominciare dal mio insegnante di organo Luigi Molfino e poi il ‘mitico’ Luigi Agustoni, il mio primo insegnante di Canto Gregoriano al Pontificio Istituto Ambrosiano di Musica Sacra di Milano. Il primo approccio al canto gregoriano, le prime lezioni, quegli strani segni che non assomigliavano alle note ma che dicevano molto di più, sono stati un’autentica folgorazione. Dopo il diploma di organo e il magistero al PIAMS, lo stesso Agustoni mi ha proposto di affiancarlo come assistente: mi pareva un sogno e nel giro di un paio d’anni sono diventato il suo successore in quella prestigiosa istituzione. Un incarico da far tremare i polsi e che ha segnato indelebilmente il mio percorso professionale. Il gregoriano è così: dopo una prima vaga ‘infatuazione’ iniziale che ti fa intravedere in modo confuso un immenso tesoro nascosto, occorre cambiare passo, prenderlo sul serio e accettare la sfida impossibile di uno studio senza fine. È un po’ come misurarsi con la Bibbia: ci si sente infinitamente piccoli e inadeguati, ma non si finisce mai di ringraziare chi ci ha condotto per mano alla ricerca e alla scoperta della perla preziosa.

Il Canto Gregoriano: una riscoperta attualizzabile o un ‘giro al museo’?

Un giro al museo può essere utile solo se propedeutico ad uno sforzo di ricerca sistematica. Una ricerca che, paradossalmente, toglie il Gregoriano dal museo dove lo abbiamo visitato, per collocarlo nella sua sede ‘propria’, la Liturgia della Chiesa. La vera sfida radicale, oggi, al di là delle infinite e stucchevoli diatribe tra opposte fazioni, è la riflessione sul suo vero rapporto con il Culto Divino; per semplificare in modo estremo, occorre rispondere chiaramente alla domanda: il Gregoriano è ‘funzionale’ o ‘essenziale’ alla Liturgia? La risposta a questa domanda apre scenari diametralmente opposti in ordine ad una sua attualizzazione. In altre parole, il gregoriano ‘è’ o ‘accompagna’ la Liturgia? Nei fatti, anche se non so quanto consapevolmente, la risposta è sotto gli occhi di tutti, ma lo studio serio del Gregoriano porta inevitabilmente a smentire una sua natura puramente ‘funzionale’, a vantaggio di una sua ‘essenzialità’ liturgica. Da qui, a mio parere, occorre ripartire per scoprirne l’enorme portata ‘profetica’. Il Gregoriano non è il canto della nostalgia, ma della memoria, senza la quale non ci può essere alcun futuro.

Lei ha scritto diversi testi specialistici e divulgativi. A quale di essi è più affezionato?

Ogni mia pubblicazione riflette in realtà un tentativo di approccio al Canto Gregoriano da diverse angolature, dalla pura grammatica notazionale all’essenza del suo progetto generale che si nutre di testo, forme, stili, modi, formule e quant’altro. Non saprei scegliere un libro in particolare, perché ogni sforzo editoriale, pur essendo l’esito di uno sguardo diverso, è ugualmente mosso dal desiderio di conoscenza.

Qual è stato il rapporto tra la prassi esecutiva maturata con il gruppo professionale dei Cantori Gregoriani e la sua produzione teorica?

Ho fondato i Cantori Gregoriani nel 1985, il primo anno di docenza al PIAMS milanese. Con la ‘benedizione’ del prof. Agustoni e del Preside, ho raccolto i migliori allievi dell’Istituto, provenienti da varie regioni, per formare una schola gregoriana maschile: da lì è nata un’esperienza meravigliosa –  e, grazie al Cielo, non ancora conclusa – di amicizia, ricerca e condivisione nel ‘segno’ del Canto Gregoriano e della sua interpretazione. Abbiamo cercato di mettere in pratica le sempre nuove acquisizioni teoriche che, grazie al contributo della Semiologia Gregoriana, hanno gettato nuova luce su questo repertorio. Abbiamo inciso una trentina di CD, tenuto centinaia di concerti e corsi in tutto il mondo per far conoscere questo immenso tesoro ritrovato. Abbiamo sempre inteso la prassi esecutiva non come ricerca illusoria di una ‘fotocopia’ di presunte esecuzioni medievali, ma come risposta sonora concreta e attuale alle infinite informazioni degli antichi codici del X e XI secolo, che con i loro neumi in campo aperto ci hanno consegnato per sempre l’esegesi dei testi sacri fatta propria dalla Chiesa e che spetta a noi farla ridiventare suono in obbedienza al pensiero originale.

Da dove è nata l’idea del suo nuovo Video-Manuale? Si tratta di un’alternativa o di un ausilio alla letteratura cartacea?

L’idea di un Video-Manuale è nata da un’emergenza (la pandemia da Coronavirus), ma si è presto mutata in una nuova e originale proposta di approccio al Canto Gregoriano. Non si tratta, ovviamente, di un’alternativa didattica: al contrario, è da intendersi come strumento propedeutico alla letteratura cartacea e alle indispensabili lezioni in presenza, uniche situazioni in grado di affrontare ‘dal vivo’ i problemi riguardanti la vocalità, l’interpretazione, la direzione del repertorio gregoriano con la presenza di un docente.

Ce ne vuole parlare più nel dettaglio? Com’è articolato?

Il Video-Manuale è strutturato in 5 corsi a livello progressivo, di facile fruizione, pensato per tutti coloro che vogliono intraprendere un cammino di conoscenza del Canto Gregoriano a partire dai primi elementi fondamentali, per poi accedere progressivamente e in modo approfondito allo studio delle notazioni in campo aperto attraverso il metodo della Semiologia Gregoriana, a sua volta funzionale all’interpretazione e alla prassi esecutiva di questo sterminato e affascinante repertorio. Cinque corsi di 25-30 lezioni ciascuno, di durata variabile dai 15 ai 30 minuti a lezione, per un totale di 135 lezioni e circa 45 ore complessive. Un lungo itinerario, lungo il quale l’allievo è condotto per mano alla scoperta dei segreti della melodia gregoriana e del ritmo che gli antichi notatori gli hanno assegnato attraverso un sistema di scrittura musicale che si imparerà a conoscere da vicino e che rappresenta l’indispensabile chiave d’accesso alla corretta esecuzione dell’antica monodia liturgica.

Come è possibile fruire di questo strumento?

I cinque corsi sono disponibili e acquistabili singolarmente sulla piattaforma UDEMY a costi particolarmente contenuti.

I riferimenti per l’acquisto sono disponibili sul mio  sito personale (www.fulviorampi.it) ad una pagina specifica ( www.fulviorampi.it/videomanuale )