Progetto di musica, integrazione e riutilizzo creativo dei materiali di recupero della Fondazione Scuola di Musica C. & G. Andreoli 

La Banda Rulli Frulli è un progetto di musica, riutilizzo creativo dei materiali di recupero e integrazione fra ragazzi di diverse età e diverse abilità. Il suo principale obiettivo è creare un collettivo dove non esistono distinzioni fra i suoi partecipanti perché ognuno è chiamato a dare il proprio contributo col massimo del proprio impegno: un importante messaggio di integrazione sociale legato soprattutto all’inclusione della disabilità. L’importanza di creare un legame forte fra tutti i componenti attraverso attività musicali e creative, quali la costruzione di strumenti con materiali di recupero, mostra come sia possibile superare insieme i confini delle diverse abilità incoraggiando e rinforzando – senza distinzione – l’espressione delle capacità personali di ognuno. La Neuropsichiatria Infantile di Mirandola, convenzionata alla Fondazione Andreoli, segue individualmente il percorso sanitario dei ragazzi diversamente abili e ne accerta i progressi. Banda Rulli Frulli nasce nel 2010 da un’idea di Federico Alberghini all’interno della Scuola di Musica Carlo & Guglielmo Andreoli presso la sede di Finale Emilia. Il progetto inizia come marching band e i primi ragazzi che partecipano sono all’incirca una decina di suoi allievi del corso individuale di batteria. L’intento di Federico era quello di creare una banda composta da persone diverse tra loro, sia per età che per abilità: “Volevo creare una banda d’integrazione e le percussioni sono un mezzo molto veloce per far gruppo”. Oggi il numero dei partecipanti conta ben settanta membri tra bambine, bambini, adolescenti e giovani, abili e disabili, un gruppo composito per età, genere e capacità che ha permesso l’inserimento nel progetto di quindici ragazzi diversamente abili (seguiti individualmente dal servizio di NPI, ma non accompagnati da tutor all’interno del progetto).

Il progetto e le attività

L’attività della Banda Rulli Frulli si basa su aspetti ben precisi; prima di tutto la RICERCA SONORA: è infatti fondamentale entrare dentro la materia intesa come materiale che suona, capire un oggetto che suona, come suona e perché suona. Questo è un passaggio che il musicista svolge lungo tutta la carriera; per la Banda Rulli Frulli invece è un modo istintivo (quasi primitivo) di entrare in contatto con uno strumento di espressione che – seppur modificato e personalizzato – permette ai ragazzi di parlare un linguaggio universale, cioè il RITMO. All’attività di laboratorio musicale, durante la quale prende forma il concerto-spettacolo che il gruppo porta in tour durante il periodo estivo, si affianca quella di laboratorio costruzione strumenti a partire da materiali di recupero. Utilizzare materiali di recupero, e basare quasi tutto il sound della Banda su strumenti che in realtà strumenti non sono, è stata una grande scommessa. Scoprire che un bambino o un ragazzo riesce a vedere in una casseruola arrugginita un piccolo tamburo non è certo una novità e non stupisce più nessuno. Ben diverso è rendersi conto che, con il dovuto coordinamento tutti questi materiali trovano un senso comune e generano un effetto che nulla ha da invidiare allo strumento classico, o meglio allo “strumento prodotto industrialmente”. È durante le attività di costruzione strumenti che i ragazzi sono spronati a ricercare sempre di più, a trovare il marchingegno che più li soddisfa, a toccarlo, annusarlo, romperlo, capirlo, colorarlo, mutarlo finché non li rappresenta appieno, tutto con un fine ultimo ben preciso: renderlo parte del “tutto” sonoro della Banda. Nello stesso modo in cui ogni strano oggetto viene studiato, capito e messo in condizione di dare il suo contributo al suono della banda, anche ad ogni ragazzo, con le sue abilità, con i suoi gusti, con il suo modo di esprimersi viene data l’opportunità di diventare parte integrante del gruppo. È proprio così che bidoni di plastica ricolorati, griglie di pentole, tubofoni intonati o vecchi cestelli di asciugatrici rinascono come strumenti musicali trovando il loro spazio come strumentazione fissa all’interno dello spettacolo che in inverno prende forma durante le prove settimanali.

La Mission

La Banda Rulli Frulli non vuole uniformare o appiattire i suoi membri, bensì vuole esaltare le loro straordinarie diversità, senza celare nulla, dimostrando che l’aggregazione può portare risultati difficilmente immaginabili e possibili solo grazie al collante della musica intesa come attività collettiva. Gli spettacoli che vengono organizzati, per la Banda Rulli Frulli sono degli importanti banchi di prova per i giovani musicisti, a partire dalla loro realizzazione. Durante le prove d’insieme e i laboratori collaterali, in collaborazione con artisti del panorama musicale italiano, ragazze e ragazzi lavorano sulla sceneggiatura dello spettacolo, su scenografie e la composizione di brani in modo che il risultato finale sia un tutto tondo nato dalla creatività del gruppo. Partecipare attivamente alla costruzione dello spettacolo rende ogni partecipante responsabile della sua personale esecuzione ed anche della riuscita dello spettacolo collettivo. Imparare il brivido, sostenere la tensione, godere la soddisfazione di uno spettacolo ben riuscito, ammirare il frutto del lavoro svolto, sono per i ragazzi della Rulli Frulli sensazioni che hanno senso solo se vissute assieme. Sono questi i momenti che svelano come i legami tra i membri (ed anche tra membri e coordinatori) siano ormai diventati solidi e maturi, andando ben oltre le differenze di capacità, di età, di sesso, di provenienza.

Il Metodo Pedagogico

La capacità della banda di generarsi e generare, nel suo gruppo e nella sua replica, il coinvolgimento che è riuscita a raggiungere e la sua inarrestabile corsa su un binario fatto dei bisogni sociali di più territori e del loro benessere ha attirato l’attenzione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, nelle persone di Patrizia Cappelletti e Davide Lampugnani, sociologi, ricercatori e membri del centro ARC, Centre for the Anthropology of Religion and Cultural Change, che per oltre un anno hanno seguito la Banda nel proprio percorso studiandone gli aspetti e rendendo il Metodo Rulli Frulli, un metodo educativo certificato e reso fruibile tramite pubblicazione Erikson nel 2022 con il libro Al Ritmo Della Vita. Storia, metodo e generatività della Banda Rulli Frulli.

Nello studio realizzato dall’Università Cattolica di Milano sono risultati 4 criteri su cui di basa la vita e quella che possiamo chiamare non-metodica della banda e sono:

  improvvisazione in relazione

  costruire insieme

  performance non performativa

  inclusione autorizzante

Improvvisazione in relazione

Questo primo aspetto potrebbe essere riassunto con la parola empatia. Riprendendo il concetto del non-metodo infatti per i maestri della Banda è praticamente impossibile pianificare una serie dettagliata di incontri piuttosto che una linea da seguire in un percorso perché è troppo vasta la gamma di situazioni che si possono creare e ancora più grande la diversità delle persone con cui si interseca. Non si parla quindi mai di pianificazioni precise ma di un perseguire come obiettivo il benessere di gruppi mutevoli ed eterogenei tramite la musica. Gli insegnanti sono così formati, a partire dalla loro predisposizione ad adattare la proposta laboratoriale in base alle diverse situazioni; per fare questo occorre appunto la capacità di ascoltare e comprendere chi si ha di fronte e di farlo spesso in poco tempo. Vi è quindi una grande apertura all’altro, alle proprie capacità ma ancora prima ai bisogni espressi a partire da quanto trasmettono i corpi. È quindi la Banda ad adattarsi e a rimodellarsi in base a dove si trova, facendosi strumento di benessere per chi ne entra a far parte, per chi ci vive. Cappelletti e Lampugnani sintetizzano così, brillantemente, il concetto: Improvvisazione in relazione: saper vedere e ascoltare la specificità del contesto e soprattutto delle persone che lo abitano e saper improvvisare adattando le attività a questa unicità.

Costruire insieme

Nella Rulli Frulli e in ogni progetto proposto il “costruire insieme” è una pratica solida, consolidata e fondamentale. Costruire insieme non solo strumenti musicali con materiali apparentemente “non sonori” ma anche relazioni, amicizie… gruppo. In uno stesso spazio, infatti, fra materiali di scarto, bulloni, cacciaviti e trapani ci sono storie che inevitabilmente si intrecciano vite che si incontrano. Costruire insieme è poi modo di sperimentare e sperimentarsi, conoscersi meglio, capacitarsi delle proprie risorse ma anche dei propri limiti. Questo in un ambiente libero dove ognuno può decidere quale aspetto di costruzione seguire. Nel corso degli anni anche qui, si è consolidata una certa ritualità nella costruzione degli strumenti, una ritualità fatta dei membri più grandi sempre disponibili a supportare ed aiutare tutti gli altri, una modalità condivisa per cui ognuno ha la possibilità di lavorare nel modo che ritiene più consono in autonomia ma anche di fare gruppo, progettando e costruendo insieme. Durante gli studi del laboratorio di costruzione vengono individuati quattro tratti che lo caratterizzano. Il primo è legato meramente al materiale di lavorazione. I ragazzi, lavorando materiali di scarto, infatti vengono sensibilizzati sulle tematiche del recupero, del riciclo e dell’ecologia. Un constante studio delle risorse che, se valorizzate nei modi opportuni, sono in grado di rinascere ed acquisire una nuova immagine anche agli occhi degli altri. Il secondo aspetto è quello del lavoro manuale; in una società dove ormai tutto è mosso dalle tecnologie e dal virtuale, soprattutto per i più giovani, interfacciarsi con la dimensione più manuale e concreta del lavoro porta, ad interfacciarsi con le proprie capacità e anche con i propri limiti; fare questo in un ambiente libero e allo stesso tempo protetto dalla supervisione dei maestri, pronti a confrontarsi con i ragazzi e offrirgli il giusto supporto fa si che le consapevolezze che si acquisiscono abbiano sempre una dimensione di fiducia in sé stessi, nel gruppo e nel prossimo non demandando già da subito al singolo un carico emotivo che potrebbe risultare di difficile gestione. In terzo luogo, troviamo la stimolazione della creatività, di pari passo con il punto precedente, si può affermare che questo tipo di laboratorio vada a stimolare nel profondo ogni singolo partecipante. Nell’unicità di ogni membro risiede anche la creatività e questa è essenziale per riuscire a vedere in un oggetto di scarto… un vecchio tubo destinato al passaggio di cavi elettrici piuttosto che in vecchie pentole, grate, grossi bidoni e piastrelle in esubero di qualche cantiere una metamorfosi che lo porta a diventare uno strumento musicale, quasi soffiandogli dentro della vita, dandogli un colore, un suono, la possibilità di unirsi ad altri “pezzi unici” per formare una musica nuova. Infine, con questa modalità di lavoro insieme, fra ragazzi e ragazze di diverse età e con diverse abilità, vi è l’insorgere di un forte senso di rispetto reciproco. Un rispetto che tiene conto delle differenze dell’altro sino ad arrivare a vedere proprio in quelle differenze, e nelle proprie, possibili nuovi scenari.

Performance non performativa

Un ossimoro, una contraddizione ed una grande possibilità. La scelta delle percussioni come elemento chiave della Rulli Frulli non è certamente casuale. Se in fatti la maggior parte degli strumenti musicali necessitano di tecnica e metodica, le percussioni permettono a tutti di intraprendere un percorso musicale. La scelta delle percussioni, infatti, fa sì che sia una banda accessibile a tutti e in questi tutti ci sono anche i ragazzi con disabilità ma non solo, parliamo anche di educatori e volontari che vogliono intraprendere questo cammino di fianco alla Banda ma che non hanno competenze musicali. Le percussioni poi hanno anche un effetto particolare e coinvolgente su tutti coloro che hanno il piacere di assistere ad un’esibizione delle Rulli, il suono che viene prodotto infatti, la profondità con cui viene emesso… le vibrazioni fanno si che si crei una forte interconnessione con il pubblico che vive in prima persona non solamente l’esibizione ma anche una specie di interconnessione primitiva. Riprendendo il concetto di “performance non performativa”. Nel corso degli anni si è definito un assetto in cui, sul palco c’è una divisione per sezioni di strumentazioni, in ogni sezione sono presenti uno o più membri grandi e gli stessi maestri in modo che ci sia sempre un riferimento da seguire e anche chi è in un momento di difficoltà può ritrovare il ritmo, inoltre non vengono accettati errori in quanto tali, tutto fa parte della performance e nessuno viene escluso per queste defezioni, i maestri lavorano infatti costantemente per valorizzare al meglio le potenzialità di ogni membro della banda. Quello che coinvolge e porta i ragazzi ad un costante miglioramento ed impegno in questo percorso è la passione con cui viene trasmessa la musica e lo stare bene insieme. In questo percorso, chiunque vi entri parte da uno strumento base, quello che ha caratterizzato la Rulli Frulli: il bidone, lì inizia la banda per tutti. Seguiti dai maestri, senza una programmazione definita ma seguendo il flusso di coinvolgimento e musica c’è poi lo spostamento di ogni membro verso la sezione più consona, la formazione poi non è rigida, vi è la possibilità di spostamento. Le sezioni non sono infatti un modo per incasellare le diverse abilità bensì un modo per dare ordine e permettere a chiunque di trovarsi a proprio agio nel proprio contesto.

Inclusione autorizzante

Di immediata chiarezza nella Rulli Frulli c’è l’importanza dell’inclusione, questa si può sintetizzare come l’importanza per il gruppo di accogliere, rendere parte attiva e integrante del gruppo, tutti quelli che vogliono entravi indipendentemente da qualsiasi preconcetto e caratteristica. Non è però tutto qui, se intatti l’inclusione implica la possibilità di ogni soggetto di essere inserita, inclusa appunto, dentro a questo gruppo; con inclusione autorizzante si vuole intendere la volontà, la necessità di questo gruppo, di accogliere chiunque facendo si che ci si senta sia gruppo che individuo con una propria unicità.