Ho iniziato a studiare composizione grazie al M° Giacomo Monica, all’epoca mio inse-gnante di violino al Conservatorio di Parma: accorgendosi che passavo più tempo sulla scrittura che sullo strumento, mi ha indirizzato verso il M° Luca Tessadrelli, ancora oggi docente nello stesso Conservatorio, che è diventato mio maestro e con cui mi sono diplomato. Ho iniziato poi ad appassionarmi al canto corale grazie al M° Ugo Rolli che, da insegnante al Liceo musicale di Parma, mi ha accolto nel suo Coro Paer, dove canto tuttora; nello stesso coro, per merito di Oreste Schiaffino, è avvenuto l’incontro con il Canto gregoriano, prima nella pratica e poi anche nella teoria grazie ai corsi A.I.S.C.Gre. (Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano). Queste persone hanno creato le basi della mia formazione e le radici da cui partono i miei principali interessi musicali, che continuo ad approfondire. Canto gregoriano e polifonia vocale, soprattutto ante-1750, hanno un ruolo importante nella mia attuale scrittura. Frequentando l’antico in diverse sue forme, ho rubato da lui – o meglio: da loro – stili e stilemi, forme e formule, simboli nascosti o evidenti. A volte è più una maniera, un modo naif per rispondere a uno stimolo; a volte invece è parte più integrata nel linguaggio. Senza essere né un purista né un osservante esclusivo, seguo con interesse la scuola che vede nel riproporre elementi storici, sia in modo rigoroso che rinnovato, un compiuto mezzo espressivo e non solo un esercizio. Ogni stile, come ogni lingua, può avere un proprio suono e può far passare un messaggio distinto e distintivo: quasi come figure retoriche, a stili diversi, affetti diversi. Rispondendo con piacere all’invito della redazione di FarCoro, che ringrazio, ho scelto di pubblicare un semplice brano ispirato alla polifonia vocale sacra d’oltremanica, in conco-mitanza con l’anniversario del quattrocentesimo anno dalla morte di William Byrd. God so Loved the World (2020) nasce come omaggio agli anthem inglesi. Il passo del Vangelo di Giovanni (Gv 3,16) – di cui si è scelta, per coerenza con l’omaggio, la versione inglese della King’s James Bible – è stato musicato con una scrittura semplice e piana. Le due sezioni contrapposte, la prima più omoritmica, la seconda in imitazione non severa, seguono la naturale struttura del testo; a una breve coda, che è in realtà la parte più importante del brano, sono affidate le parole conclusive. Alcune armonie sono ricavate dallo stile corale oggi più in voga e inserite in un’impostazione generale più tradizionale. Il brano non chiede slanci, ma solo qualche apertura ben calibrata, una consapevole sobrietà e un buon legato. In partitura sono indicate solo agogiche e dinamiche essenziali: il non-scritto è sottinteso o deve essere trovato. Il resto vien da sé.

Scheda tecnica

Anno di composizione: 2020

Organico: SATB / ATTB (se l’estensione è troppo grave, si può trasportare il brano da uno a due toni più in alto; mantenendo il tono originale, si può cantare anche con organico ATTB, o a voci maschili con falsetti per la parte acuta)

Durata: 2’30’’ ca.

Prima esecuzione: Parma, Chiesa di San Vitale, 12 giugno 2022, Coro Paer, dir. Ugo Rolli.

Prima pubblicazione.

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