L’Associazione Corale Luigi Gazzotti di Modena: una manciata di ricordi in una storia lunga un secolo

Ripercorrendo il mio curriculum, ritrovo un lungo periodo della mia carriera legata a Federico Salce, da quando iniziò a collaborare con la Società corale orfeonica Euridice, allora (negli anni ’80) già centenaria e già diretta dal maestro di sempre Pierpaolo Scattolin, in cui io cantavo ormai da quasi dieci anni e con cui collaboravo anche come pianista e assistente-direttore, sino alla sua prematura morte avvenuta nel 2002. L’amicizia che ci legò da subito mi condusse poi a seguirlo nelle sue avventure, prima delle quali il gruppo da camera dell’Euridice stessa, poi la splendida esperienza del coro femminile Kalicantus, da lui fondato e di cui ero cantore e pianista.

È in questo evolversi che mi ritrovai legata per alcuni anni alla Corale “Luigi Gazzotti” di Modena, di cui lui aveva assunto la direzione e di cui io divenni in quei pochi, ma bellissimi anni pianista e organista accompagnatrice.

Il primo appuntamento che mi vide impegnata il 10 febbraio 1985 con la Gazzotti, che allora contava 50 elementi ben suddivisi nelle quattro sezioni, mi cita come maestro collaboratore in un concerto nella Chiesa di San Pietro a Modena con l’orchestra da camera “Enrico Petrella” di Cesena e un “tal” Carlo Colombara baritono, che cominciava allora la sua folgorante carriera. Programma la Messa in sol maggiore di Schubert, alcuni corali di Bach, Ave verum e Te Deum di Mozart. Questo era il clima che si respirava sotto la direzione di Salce e la presidenza di Mario Lodi, altro grande personaggio, un clima di grande professionalità, dove avevi possibilità di scoprire delle vere perle canore, di ritrovarti accanto a talenti che cominciavano a rivelarsi, il tutto miscelato da una grande amicizia e rispetto e in cui il momento della convivialità, così aggregante per un coro, si bilanciava perfettamente con la grande serietà e concentrazione delle prove.

Ed eccomi al pianoforte ancora con Colombara e il soprano Luisa Cottifogli a Guiglia, per approdare nel dicembre dello stesso anno alle tastiere di bellissimi organi in una tournée austriaca nello Zillertal. La passione che si respirava e trasmessa da Federico fece sì che il coro nell’anno successivo incrementasse il numero di cantori, arrivando a 60 ed era un vero piacere, anche se spesso la nebbia accompagnava i nostri viaggi serali automobilistici, recarci alla sede un po’ decentrata della corale. All’interno la nebbia si diradava, ci si scaldava cantando e ogni tanto anche brindando insieme. Tra i tanti aspetti che ruotano intorno ai cori, Salce spronava i coristi anche a partecipare ai concorsi europei e nell’aprile del 1986 approdammo alla XXII edizione dei Rencontres Chorales Internationales di Montreaux, momenti di confronto con le altre realtà corali e di grande aggregazione.

Nello stesso anno ebbi la fortuna di entrare a far parte delle Celebrazioni di un primo centenario, il Centenario della nascita di Luigi Gazzotti, musicista vignolese cui il coro è intitolato e del quale quest’anno ricorre il Centenario della morte, e a Vignola queste Celebrazioni trovarono la loro degna collocazione con l’esecuzione di musiche pianistiche ed elegie liriche del compositore, completate dall’Orpheus, la cantata per soli, coro e orchestra, nella versione per canto e piano dell’autore stesso. In questa ottica i concerti si susseguirono, ma nella concezione del maestro non poteva mancare anche il lato della riscoperta ed è in questo ambito che va collocata la prima esecuzione a Modena del Christus e Miserere di Saverio Mercadante per soli, fiati, arpa, coro e basso continuo, a me affidato, che Salce diresse nella deputata Chiesa di San Pietro il 20 dicembre del 1987. La mia esperienza con la Corale Gazzotti si concluse nel 1988, quando cominciai a dirigere il coro che ancora seguo. Una piccola manciata di ricordi in una vita di cent’anni, ma che mi hanno riempito di esperienza, conoscenza, amicizia e soprattutto di buona musica.